Attentati ai sindaci, Alfano nell’Isola: “Una grande squadra chiamata Italia”

Giornata sarda per il ministro Alfano: con Regione e Anci ha firmato un protocollo per proteggere gli amministratori locali dagli atti intimidatori.

Siete l’homepage dello Stato“, ha detto Angelino Alfano ai sindaci sardi. E dopo aver promesso l’impegno del Viminale nella “protezione degli amministratori locali contro gli atti intimidatori”, il titolare dell’Interno ha aggiunto: “Siamo una grande squadra chiamata Stato, siamo una grande squadra chiamata Italia“. È finita così, alle 13, l’incontro pubblico di Angelino Alfano con le più alte cariche della Regione e i sindaci, una giornata cominciata a metà mattina in Prefettura, nel palazzo Regio di Cagliari, dove sono state riunite le forze dell’ordine. Poi ancora un vertice, stavolta a porte chiuse, andato avanti sino alle 14,30, con una serie di proposte operative fatte dai sindaci al ministro. Al tavolo ancora il governatore Francesco Pigliaru e gli amministratori locali guidati dal presidente di Anci Sardegna, Pier Sandro Scano.

È stato il prefetto di Cagliari, Alessio Giuffrida, a mettere nero su bianco “il protocollo per la promozione e la diffusione della cultura della legalità“: sei articoli che sono una dichiarazione d’intenti. Tanto che Scano l’ha chiarito nel suo intervento. “Non vorrei – ha detto – che una volta spente le luci dei riflettori su questa iniziativa, tutto tornasse come prima. In Sardegna esiste una vera emergenza sicurezza: questa fascia tricolore, che tutti con onore indossiamo, non può essere una croce quotidiana”.

Alfano è venuto in Sardegna coi numeri raccolti dalla commissione d’inchiesta istituita in Senato proprio per indagare il fenomeno della criminalità a danno degli amministratori locali. “Sono numeri che ci preoccupano – ha sottolienato Pigliaru – e scoraggiano i cittadini a presentare le liste alle elezioni”.

La provincia sarda dove, in rapporto alla popolazione, si conta il più alto numero di atti intimidatori, è quella di Nuoro, rappresentata dal sindaco Alessandro Bianchi. Nel 2013, in Barbagia, ci sono state 34 denunce, scese a 27 nel 2014, mentre in questo inizio di 2015 se ne sono contate già 3. Segue Cagliari con 31 atti intimidatori nel 2013, 35 lo scorso anno e 2 nel 2015. Era presente il sindaco Massimo Zedda. Ancora: Sassari è terza, rispettivamente con 12 denunce nel 2013, 7 nel 2014 e 2 nel 2015. Non è mancato il primo cittadino Nicola Sanna. Chiude Oristano con 8, 6 e 4, nella sequenza dell’ultimo triennio.

“Il trend – ha detto Alfano – è in diminuzione. Ma dal rapporto della commissione risulta che la Sardegna è una delle tre regioni più a rischio, insieme alla Puglia e al Lazio. Per questo nel protocollo è prevista la convocazione di vertici straordinari da parte dei prefetti, sia in funzione preventiva che repressiva”. Una volta all’anno si riunirà pure “la Conferenza regionale delle autorità provinciali di pubblica sicurezza”.

Alfano è stato rassicurante sul fronte degli organici di polizia. “Non ci sarà un uomo in meno nelle strade e garantiamo investimenti in sicurezza: l’obiettivo l’abbiamo centrato e lo vogliamo mantenere anche per il 2015″. E ancora: “Da quando sono minstro, abbiamo sbloccato sia il turn over che i salari, come riconoscimento del loro lavoro svolto. Io ho investito l’intero ammontare del Fondo unico sulla giustizia, di pertinenza del Viminale, per darlo agli uomoni che stanno in trincea, non ai papaveri delle forze di polizia”.

Nel richiedere l’impegno del Governo, Pigliaru ha spiegato le misure messe in campo dalla Regione per “aiutare da un lato i cittadini a recuperare fiducia nelle istituzioni e avvicinarle dall’altro alla società civile”. Il governatore è partito “dalla trasparenza amministrativa, con la pubblicazione di atti e delibere, per tenere acceso un cono di luce sull’operato della politica”. Ancora: “Stiamo organizzando il centro unico di acquisto per ridurre costi e contenzioni”. Il presidente della Regione ha poi ricordato la legge 21 del ’98, con la quale gli amministratori locali e i pubblici ufficiali della vigilanza possono ottenere un risarcimento danni. “Ci sono in liquidazione tre milioni e mezzo di euro”.

Pigliaru, tuttavia, non la letto gli atti intimidatori a senso unico. ma ha parlato anche di “fenomeni amministrativi patologici”, che nulla hanno a che vedere con “la cultura della legalità”. Infine il governatore ha sottolineato: “L’intesa di oggi può produrre effetti molto positivi, ma chiediamo con forza che il Governo centrale faccia la sua parte, perché assistiamo ad un progressivo arretramento dello Stato nel nostro territorio: chiudono caserme, poste e uffici”. Sia Pigliaru che Scano hanno quindi sollecitatomisure di contrasto: dal potenziamento dell’intelligence al rafforzamento dei presidi nel territorio”, oltre che interventi di prevenzione”.

Nel Palazzo Regio c’era pure il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che ha consegnato ad Alfano il documento bipartisan approvato ieri dalla commissione Statuto contro gli atti intimidatori. “L’auspicio – ha dichiarato Ganau – è che gli impegni presi oggi dal ministro vengano mantenuti. Personalmente, e lo dico anche da ex sindaco, trovo necessaria e utile la scelta di promuovere interventi specifici nelle scuole, mirati al diffondere la cultura della legalità anche tra i più giovani”, come prevede l’articolo 2 del protocollo.

Alfano ha partecipato anche a una cerimonia nella caserma Carlo Alberto, la cui aula didattica è stata intestata alla poliziotta sarda Emanuela Loi, morta nella strage di via Amelio contro Paolo Borsellino. Il ministro ha annunciato l’arrivo di 50 militari per l’operazione “Strade sicure”.

Domani Alfano incontrerà a Roma il presidente nazionale dell’Anci, Piero Fassino. “È pacifico – è stato l’ultimo appello – che ai sindaci non si possa chiedere perfino eroismo. Infatti istituiremo al Viminale una commissione permanente volta a monitorare il fenomeno delle intimidazioni, a tutela di chi governa città e territori”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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