Arsenale La Maddalena, Maninchedda: “Zero risarcimenti a Comune e Regione”

“La sentenza di condanna, emessa nei giorni scorsi, contro i costruttori che avevano gestito gli appalti nell’area dell’Arsenale di La Maddalena ha anche previsto dei risarcimenti, pensate, per il ministero delle Infrastrutture, che poco manca che non sappia neanche dov’è l’Arsenale, per Cittadinanzattiva e anche, ohibò, per la presidenza del Consiglio (250.000 euro). Zero euro per il Comune; zero euro per la Regione Sardegna. Il Comune è sicuramente il soggetto pubblico che ha subìto il maggior danno materiale e d’immagine, al punto che l’allora sindaco Comiti chiese un indennizzo di cento milioni di euro, che non arrivò mai. Ma almeno il Comune si costituì in giudizio e adesso occorrerà capire perché non è riuscito a farsi indennizzare”.

Lo scrive, sul proprio blog “Sardegna e libertà”, il segretario del Partito dei sardi, Paolo Maninchedda, ex assessore regionale ai Lavori pubblici in un articolo pubblicato oggi e intitolato “Il diritto al rovescio alla Maddalena: la Sardegna non ha diritto ad alcun risarcimento”. Maninchedda dà appunto notizia della condanna del gruppo Marcegaglia che, all’indomani del G8 mancato a La Maddalena, aveva vinto il bando per la conversione dell’ex Arsenale che lo scorso 27 dicembre è tornato nelle mani della Regione, ma lo Stato ha pagato 21 milioni di euro (leggi qui).

Maninchedda scrive ancora: “Proviamo a tenere desta la coscienza e a non arrenderci al degrado che affligge i nostri i tempi, ma in particolare modo la Repubblica italiana. Bisogna ricordare che la Regione Sarda è proprietaria delle aree dell’ex Arsenale di La Maddalena. Bisogna anche ricordare che, anche grazie alla mediazione fatta da me con la sottosegretaria Maria Elena Boschi, assistito dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, siamo riusciti a mandar via il gruppo Marcegaglia a un valore dimezzato rispetto a quello stabilito dal lodo arbitrale. In un altro Paese europeo – è il riferimento di Maninchedda al fatto che la Regione non si sia costituita in giudizio – una cosa del genere avrebbe suscitato quanto meno uno scontro istituzionale, un moto civile di dissenso, composto ma fermo. Invece non avere una seria e civile coscienza nazionale che ci faccia sentire nostre le cose che naturalmente sono nostre, ci porta a far passare sotto silenzio l’indennizzo riconosciuto alla Presidenza del Consiglio della Repubblica, negato al Comune e neanche richiesto dal legittimo proprietario dei beni, la Regione Sarda”.

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