Al via il congresso della Cgil. Carrus alla Giunta: “Subito piano per il lavoro”

Un piano per il lavoro rivolto prioritariamente a giovani e donne, le categorie più colpite dalla disoccupazione. È l’appello lanciato dal segretario generale uscente della Cgil sarda Michele Carrus al governatore Francesco Pigliaru e alla nuova Giunta. Nella relazione introduttiva al 13/o congresso regionale in programma oggi e domani a Cagliari, Carrus, che salvo sorprese dovrebbe essere riconfermato alla guida del sindacato sardo, ha illustrato le proposte per il confronto politico istituzionale.

Sono 168 i delegati presenti al congresso presieduto dall’ex leader della Cgil sarda Enzo Costa. Ospite Fabrizio Solari della segreteria nazionale, che domani chiuderà i lavori alle 12:45. Oltre a Pigliaru, presente stamani anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Nel tratteggiare un bilancio degli ultimi quattro anni la Cgil chiede una svolta nelle scelte del nuovo esecutivo. “Ciò che ci consegna il centrodestra è un disastro sociale ed economico – ha detto Carrus – lavoro prima di tutto. E’ la prima emergenza che questo nuovo governo regionale deve affrontare in un’isola messa in ginocchio dalla crisi in tutti i comparti”, ha aggiunto auspicando che le linee generali per il lavoro vengano discusse assieme alle parti sociali. Quindi occupazione, sviluppo, concertazione e solidarietà sociale sono linee portanti o parole chiave del suo discorso. ”

Il piano per il lavoro deve privilegiare i settori innovativi, in particolare deve acquisire un peso crescente il settore del terziario per servizi alle imprese”, ha specificato. Per affrontare il dramma delle zone deindustrializzate per il leader uscente occorrono iniziative di riconversione delle aree di crisi e di rilancio delle zone interne. Il sindacalista ha poi sottolineato la necessità di un piano di investimenti pubblici nelle aree di crisi. “Investimenti che sono mancati vistosamente in Sardegna negli ultimi due anni”, ha concluso. Alla nuova Giunta Carrus chiede la costituzione di un Fondo regionale per le opere pubbliche, in parziale deroga al patto di stabilità.

Ciò che ci consegna il centrodestra è un disastro sociale ed economico drammaticamente evidente nei numeri“. Carrus attacca la gestione Cappellacci e, nella relazione che ha aperto i lavori, dà i numeri della crisi. “Gli occupati – ha detto – sono scesi a 560 mila, 42 mila in meno nel solo ultimo anno, un giovane su due è disoccupato e solo una donna su tre disponibili lavora, 150 mila persone fruiscono di ammortizzatori sociali, 30 mila circa in deroga, metà dei quali attende il pagamento del sussidio da oltre un anno”. E i numeri della crisi non finiscono qui. “Centomila persone sono alla ricerca di un impiego – ha continuato Carrus -, ma 47 mila sono scomparse dal censimento delle forze di lavoro attive. Si tratta quasi certamente di una diaspora migratoria, forse non ancora censita, che interessa i nostri giovani, cervelli qualificati che fuggono altrove per poter funzionare”. Nel suo discorso il leader della Cgil sarda ha messo in rilievo l’indice di povertà relativa che ha superato il 20 per cento delle famiglie.

“Quasi 150 mila, in gran parte quelle di anziani e pensionati che vivono a stento con un assegno medio al di sotto di 700 euro, con i quali sono spesso tenuti a sostentare le famiglie dei loro figli che hanno perso il lavoro e che giusto in provincia, accontentandosi di pochissimo, sopravvivono grazie ai tradizionali circuiti di auto-sussistenza delle comunità rurali”. Traccia un disegno scoraggiante il segretario uscente in via di probabile riconferma alla guida della Cgil sarda. “Molto difficilmente la Sardegna, che attende la conferma di un calo di 3,5 punti del suo Pil relativo – ha concluso Carrus – parteciperà della ripresa che appare timidamente all’orizzonte del nostro Paese”.

 

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