Michela Murgia: “A dicembre tutti i nomi del mio governo”

4)Lei ha una visibilità nazionale di cui nessun altro candidato gode e, presumibilmente, godrà. C’è chi osserva che per avere spazi di questo genere occorre il sostegno di poteri forti e finanziamenti importanti. Chi c’è dietro di lei?

“La mia candidatura alla presidenza della regione è un dato giornalisticamente rilevante per via del mio successo editoriale e delle tante traduzioni dei miei libri. La stampa italiana sta dando prova di questo interesse, ma arrivano richieste anche da parte di giornalisti esteri che vogliono seguire la nostra insolita campagna elettorale, attratti anche dal metodo dei processi partecipativi. I poteri forti evidentemente stanno altrove: non è Michela Murgia che nomina presidenti di fondazioni bancarie, non è Sardegna Possibile che si siede al tavolo dei grandi industriali per stringere accordi pre-elettorali e non sono i nostri candidati ad avere così tanti soldi da dover spiegare ai giudici come li stanno usando. I nostri candidati si stanno quotando personalmente per sostenere le spese della campagna e molti sardi per fortuna hanno scelto di sostenerci. Voglio cogliere l’occasione per ringraziare anche i molti artisti che, conoscendo le nostre poche risorse, hanno messo a disposizione di Sardegna Possibile le loro opere da mettere all’asta o le loro performance per animare le attività di autofinanziamento”.

5)  Qual è il suo reddito? Cioè: nel caso di vittoria elettorale e di un suo insediamento al governo della Sardegna, avrà maggiori guadagni? E, comunque, quale ritiene che sia il giusto corrispettivo economico per la retribuzione del ruolo di governatore?

“È difficile immaginare che qualcuno possa guadagnare più di un consigliere regionale; ecco perché nel 2011 mi sono battuta perché diminuisse la loro retribuzione, anziché il numero dei seggi. Il mio reddito personale è alto: da presidente della regione prenderei meno di quello che guadagno certi mesi come scrittrice affermata. Tuttavia all’atto della candidatura ho stabilito sin da subito, senza alcuna certezza di essere eletta, di subire il danno economico che mi deriva dall’interrompere per tanti mesi l’attività professionale. Per molti degli attuali consiglieri questo atto di disinteresse non è stato necessario: o non facevano alcun mestiere oppure fanno politica da talmente tanto tempo che il loro mestiere nel frattempo è diventato quello”.

6) Secondo lei Il Pd e il Pdl sono davvero “uguali”. Considera ‘uguali’ anche i rispettivi elettorati?

“Per me non esiste un elettorato Pd o un elettorato PdL: esistono solo i sardi e il loro benessere collettivo. Alcuni votano per appartenenza storica, ma questo è sempre meno vero. Altri votano per amicizia o per ripagare un favore, molti votano per protesta e troppi non votano affatto. In questi anni ci si è affidati a politici che promettevano interventi straordinari dall’Italia o dall’Europa col risultato che la disoccupazione è aumentata, la scolarizzazione diminuisce, i trasporti sono fermi, le riforme sono assenti e tutte le decisioni importanti per la Sardegna vengono prese altrove senza tenere in nessun conto l’interesse vero della nostra terra. Oggi chi vuole il cambiamento ha una grande possibilità: possiamo finalmente rompere le catene della dipendenza che hanno impedito il nostro sviluppo in tutti questi decenni”.

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