Clima: Orlando, ‘non si coniuga transizione green con rigore e austerità’

Roma, 23 nov. (Adnkronos) – “In Argentina e in Olanda hanno vinto le elezioni due negazionisti climatici. Invocare il WTO come strumento per contrastare le politiche nazionali, che sicuramente producono distorsioni, senza porre il tema di cosa abbia prodotto il WTO dal punto di vista del collasso globale è una contraddizione che stiamo vivendo”. Lo ha detto il deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando intervenendo all’evento, a Montecitorio, dal titolo “Il rosso e il verde per il futuro dell’Europa: Italia e Germania tra occupazione e transizione verde”.

“Senza politiche pubbliche la transizione si sposta su fasce della popolazione che votano a destra. I cambiamenti invocati dalla transizione sono quelli dei consumi, degli skills dei lavoratori e dell’organizzazione dei processi produttivi. Chi paga il prezzo più alto è chi ha il reddito più basso come consumatore, chi ha meno competenze come lavoratore e chi ha imprese più piccole e meno qualificate come imprenditore. Questo è il blocco della destra. Senza politiche industriali non abbiamo parole per provare a parlare e rassicurare quel pezzo di società”.

“Non credo sia sufficiente indicare i rischi che il collasso ambientale può determinare perché è virtuale, mentre il rischio di perdere il lavoro, di non poter accedere ai consumi e di chiudere la propria attività è un rischio certo”.

“Allora i temi fondamentali sono due. Il primo riguarda le politiche industriali – spiega Orlando – e come tra di loro vengono armonizzate perché l’Italia non sarà aiutata dal piano tedesco. Il differenziale del costo dell’energia per le imprese tedesche e quelle italiane non spingerà nella direzione di una accelerazione verso la transizione ecologica ma in quella di una difesa del fossile, perché costa meno. La questione fondamentale quindi è non solo avere politiche nazionali e industriali ma politiche che si integrino tra di loro, la mutualizzazione delle politiche industriali europee”.

“Non dobbiamo chiedere più tempo ma più strumenti e non dobbiamo nasconderci il fatto che quando abbiamo chiesto strumenti comuni a livello europeo – ha aggiunto l’esponente dem – una parte delle resistenze sono venute da parte di paesi che sono all’avanguardia sulla transizione ecologica. Non si coniuga la transizione ecologica con il rigore e l’austerita’, le due cose non stanno insieme perche’ producono la vittoria dei populisti. La seconda questione riguarda il modello di capitalismo”.

“Gran parte dello sviluppo delle rinnovabili nel nostro Paese ha prevalentemente arricchito fondi speculativi. Allora qui c’è il tema della democrazia economica. Pensare che la transizione ecologica – ha concluso l’ex ministro dem – possa essere desiderata dai lavoratori senza che ne siano parte attiva, senza che le piccole imprese ne siano protagoniste, è illusorio. Quindi c’è anche il tema di quale democrazia economica riusciamo a costruire insieme alla transizione ecologica”.

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