Entrate, Sel spinge per nuova vertenza. Fi: “Governo proroga accantonamenti”

Non solo lo Stato si dimostra “cattivo pagatore” ma anche “sleale” nei confronti della Sardegna: di fatto “non rispetta l’accordo sull’armonizzazione del bilancio siglato da Paci e Padoan del 2014, trattiene gli accantonamenti e carica solo sulle casse regionali le partite dei nuovi Lea, come i farmaci per l’epatite C, e i costi degli enti locali”. “In tutto più di due miliardi di euro tra soldi che ci spettano e che ci spetterebbero”, denuncia il presidente della commissione Autonomia del Consiglio regionale, Francesco Agus (Sel), che invoca una nuova vertenza entrate, appoggiando la posizione del presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), ma contestando quella dell’assessore alla Programmazione Raffaele Paci: “Non condivido – spiega – chi ritiene chiusa questa vertenza, serve invece un nuovo confronto con Palazzo Chigi”.

L’esponente della maggioranza rilancia quindi lo scontro a tutto campo con il Governo, una vertenza ampia che abbracci tutti i punti ancori irrisolti sul tema entrate e apra a soluzioni concrete per incassare quanto dovuto alla Sardegna. Secondo il calcolo di Agus, mancano all’appello 1,3 milioni di trasferimenti non effettuati per il 2016: questo ritardo ha già causato lo stop di 250 milioni di pagamenti da parte della Ragioneria che ora dovrà mettere mano ad una procedura molto più complessa per far fronte agli impegni. “A fine dicembre – svela il presidente della commissione Autonomia – abbiamo scoperto, insieme agli assessorati, che gli uffici regionali non hanno pieno controllo della cassa”. All’insoluto del 2016, si aggiunge quanto dovuto per il 2017: un miliardo di euro, secondo le indicazioni fornite dalla commissione Bilancio, così ripartito: 684 mln di accantonamenti, 54 mln di nuovi Lea, 100 milioni in meno per i tagli agli enti locali e 130 mln di riserve erariali. “Così – denuncia Agus – il bilancio armonizzato va a monte nel 2016 mentre per il 2017 il rischio è quello di avere a che fare con cifre solo sulla carta. Il Consiglio si vedrà così costretto a ragionare su poste in bilancio aleatorie”. Da qui le proposte. “Bisogna riempire di contenuti l’Agenzia sarda delle entrate – spiega l’esponente di Sel – rinegoziare un nuovo accordo con lo Stato e lavorare sulla diminuzione degli accantonamenti. Su questo è stato fatto un passo indietro ritirando i ricorsi pendenti in base all’accordo del 2014 – sottolinea contestando la linea seguita dalla Giunta Pigliaru – E’ bene invece che quei ricorsi vengano ribaditi perchè l’intesa non è stata per nulla rispettata”.

“La Giunta non ruggisce, fa le fusa e il Governo proroga gli accantonamenti fino al 2020”. Lo denuncia invece Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, che annuncia la presentazione di un’interrogazione firmata dall’intero gruppo dopo l’ultima legge di stabilità. “Questa la dice lunga sulla reale consistenza della svolta annunciata dai baroni di villa Devoto e su come venga presa sul serio da Palazzo Chigi – attacca l’ex governatore – Non potrebbe essere altrimenti, visto che la giunta Pigliaru ha ritirato tutti i ricorsi presentati da noi, ha rinunciato a quelli già vinti, ha alzato bandiera bianca su accantonamenti, accise e fondo unico, facendo perdere alla Sardegna oltre due miliardi di euro. Anche l’ultima vicenda della Finanziaria illegittima e dell’assestamento di bilancio con cui si persevera diabolicamente nell’errore pur di non ammettere la grande bugia sui soldi in più, che sono sempre soldi in meno, può avere una sola via d’uscita – incalza Cappellacci – le dimissioni dell’assessore alle Finzione e dell’intera Giunta regionale”. Il capogruppo di Fi Pietro Pittalis torna alla carica: “il centrosinistra rinnega undici anni della sua storia o, meglio, della sua storiella. Per tre anni – spiega l’esponente azzurro – hanno respinto le nostre mozioni e ignorato le interrogazioni con cui chiedevamo che la vertenza entrate non venisse chiusa in maniera così dannosa per la nostra isola e poi che venisse riaperta. Ora, come se niente fosse, vorrebbero guidare la battaglia su cui hanno suonato la ritirata insieme alle lodi a Renzi”.

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