Venerdì a Orune l’ultima tappa di Cortes apertas 2012

Venerdì 14 dicembre, nella sala consiliare del comune sarà inaugurata la manifestazione e presentati i lavori che i bambini di elementari e medie hanno preparato per le Cortes. A seguire il progetto “Radici” dei ragazzi orunesi che frequentano i liceo scientifico Fermi di Nuoro. Prevista anche una rappresentazione grafica di Maimone e Pipeto, le maschere tradizionali orunesi. Sabato 15 l’Università degli studi di Sassari con il Centro per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità vegetale presenteranno un incontro dedicato agli alberi monumentali naturali. Previste anche escursioni nel territorio alla scoperta delle querce secolari. In giornata apriranno anche i percorsi e le esposizioni dei migliori prodotti della tradizione e della gastronomia orunese. Nel pomeriggio spazio agli eventi culturali con la presentazione del libro “Ritorno a Or Junos” dell’orunese G. Luca Bardeglinu seguito da un convegno sulla storia e l’evoluzione del canto a tenores curata da Peppino Cidda dell’associazione Tenores Sardegna. Tra le iniziative in programma domenica 16 su “Massarizu de su procu”. I ragazzi dell’Istituto tecnico per il turismo di Nuoro si occuperanno invece di una visita guidata nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel pomeriggio “Ritzetas” laboratorio didattico a cura delle educatrici sociali, in collaborazione con i servizi linguistici territoriali dell’Uls della Provincia di Nuoro. Tra le dimostrazione delle antiche usanze orunesi quella dedicata alla scrematura del latte e alla preparazione di panna e burro. In programma anche la vestizione del costume tradizionale, seguita da “Serenadas de amore”, manifestazione per le vie del paese, con i tenores locali e gruppi folk. La serata si concluderà con canti e balli.

Il paese L’abitato si trova a quasi 800 metri di altezza sul livello del mare. Da Orune è possibile ammirare un panorama che abbraccia non soltanto la Barbagia, ma anche il Logudoro, la Baronia e la Gallura. Il paese, di cui lo scrittore Carlo Levi, parlò nel suo libro “Tutto il miele è finito” conserva ancora l’attaccamento alle tradizioni tipico di molti centri barbaricini. Le produzioni artigianali sono numerose: si va dalla lavorazione del sughero alla realizzazione di abiti in velluto e costumi tradizionali fino alla produzione di tappeti. Nel centro storico si erge la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Maria della Neve (Santa Maria Maggiore) che risale all’Ottocento e le cui interessanti tempere murali sono state restaurate in anni recenti. È possibile visitare anche Casa Murgia, palazzetto costruito ai primi del Novecento molto suggestivo dal punto di vista architettonico. Tra i personaggi illustri di Orune spicca la figura di Antonio Pigliaru filosofo del diritto e autore nel 1959 de La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico, testo che ancora oggi è oggetto di riflessione da parte di studiosi sardi e non.
Il territorio che ricade nel comune di Orune è vasto, caratterizzato da profonde valli e altipiani granitici. Oltre che per i pascoli (l’allevamento è ancora attività importante per la comunità), Orune è nota per i suoi rigogliosi boschi di lecci, sughere e roverelle. I dintorni del paese sono interessanti anche dal punto di vista archeologico. Sono infatti numerosi i nuraghi, tra i quali quelli di Nunnale, Santa Lulla, Curtu, Galile, Ederosu, Su Pradu, Serra de Mesu, Ila Ila. A questi si aggiunge anche il villaggio nuragico di Sant’Efis. Da visitare anche una tomba dei giganti, i dolmen di Istighi, i menhir e le cosiddette predas’ittas. Interessanti anche le fonti e i pozzi come il tempio a pozzo di Su Tempiesu, il tempio a pozzo di Lorana e la fonte di Su Lidone.

Per informazioni su dove mangiare e dove dormire: Ufficio “Tour cortes” degli studenti I.T.C. Satta, indirizzo turistico: piazza Sebastiano Satta (ex Biblioteca Comunale); Comune di Orune (0784 276823 / 0784 276518, 0784 1827229 – www.comune.orune.nu.it; servizisociali@comune.orune.nu.it); Associazione Turistica Pro Loco “Oronou” (3497054738 – proloco.orune@libero.it).

Lucilla Fanelli

immagine tratta dal sito muralesinsardegna.net

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