“Il vero Fiore sardo dop è solo uno”: nasce comitato contro le contraffazioni

Nasce un gruppo spontaneo di produttori storici del Fiore Sardo Dop. Obiettivo: difendersi da imitazioni e contraffazione. Come? Accertando che il processo di lavorazione del formaggio utilizzi solo latte intero e a crudo,
non pastorizzato, condizione distintiva della denominazione di origine protetta. Il messaggio è rivolto soprattutto a Roma, al Ministero per le Politiche Agricole. “Attualmente – spiegano i difensori del Fiore sardo – non è operativa alcuna metodologia capace di individuare, a prodotto finito, se il latte utilizzato sia stato termizzato o meno, nonostante alcuni studi abbiano fornito ottime basi per l’avvio di un percorso utile alla riduzione del danno indotto dalla contraffazione, permettendo quindi una differenziazione oggettiva del Fiore Sardo Dop rispetto alle sue imitazioni ottenute da latte trattato termicamente”.

La stessa questione è stata al centro di una comunicazione inviata alle principali aziende della grande distribuzione organizzata. Il gruppo di allevatori ha richiesto “di adottare una maggiore meticolosità in fase di acquisto dei prodotti, individuando gli operatori che lavorano artigianalmente o, in alternativa, le industrie casearie che, consapevoli delle differenze qualitative, hanno adottato la politica che vede l’acquisto del formaggio direttamente dal piccolo produttore”. La questione è stata portata all’attenzione anche del Consiglio regionale e della Giunta. “A questo punto – sottolinea il gruppo spontaneo – tutti i pastori coinvolti si augurano che questo sia solo l’inizio di un serio dibattito politico attorno a uno dei principali prodotti che rappresentano l’eccellenza gastronomica regionale, capace di dar voce ai problemi ma soprattutto di fornire le soluzione adeguate affinché venga riconosciuto e valorizzato il vero Fiore Sardo”.

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