Tutti i falsi del pecorino: da quello cinese (con la mucca) al parmesan

Una vera invasione di pecorino straniero in Italia con le importazioni che sono praticamente triplicate (+ 181%) nel 2015 per un totale di 2,9 milioni di chili. È quanto emerge dallo studio della Coldiretti sul “Pecorino Made in Italy sotto attacco”, diffuso in occasione della manifestazione dei pastori sardi che in migliaia sono mobilitati a Cagliari con greggi e trattori al seguito.

Più di 3 forme di formaggio pecorino straniero su 4 (78%) sono arrivate in Italia nel 2015 dall’Europa dell’Est, in particolare dalla Repubblica Ceca e dalla Romania. Non solo: dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte che viene pagato oggi al ribasso – denuncia la Coldiretti – appena 80 centesimi nonostante l’andamento positivo delle esportazioni di pecorino che nel 2015 sono aumentate in valore del 16%. E la Sardegna è nel Mediterraneo la terra in cui è più alta la concentrazione di pecore: più di due ogni abitante, oltre 3,2 milioni di capi per 1,5 milioni di persone.

La Coldiretti ha diffuso anche i numeri del pecorino nel mercato americano, dove sette forme di tipo italiano su dieci sono “tarocchi”, nonostante il nome richiami esplicitamente al Made in Italy. “La produzione di imitazioni – sottolineano ancora dall’associazione – nel 2015 ha raggiunto negli Usa il quantitativo di quasi 24,96 milioni di chili, con una crescita esponenziale negli ultimi trent’anni, mentre gli arrivi dei prodotti originali dall’Italia sono risultati pari a 10,81 milioni di chili nello stesso anno. Oltre la metà della produzione di Romano cheese e similari viene realizzata in Wisconsin, ma ingenti quantità si producono anche in California e nello Stato di New York”.

Le imitazioni del pecorino nostrano con prodotti cosiddetti “italian sounding” (cioè che richiamano nomi italiani) riguardano in realtà diversic ontinenti. Dal Romano cheese degli Stati Uniti, anche già grattugiato o in mix con il Parmesan, si passa al pecorino Friulano del Canada dove si vendono anche il Crotonese e il Romanello, tutti rigorosamente- spiega Coldiretti- fatti da latte di mucca come il sardo argentino o il pecorino cinese, nel cui logo appare una mucca sorridente”. Tuttavia, la Coldiretti ha deciso di intraprendere la sua battaglia smascherando i formaggi spacciati per italiani. L’associazione sta anche mostrando un kit per la produzione casalinga del Romano venduto da una ditta inglese a circa 120 euro. Contiene recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri attraverso le quali è possibile realizzare una chiara contraffazione.

“Siamo di fronte a manovre speculative coperte da atti di arroganza che non possiamo accettare”, ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, oggi a Cagliari. “Si assiste – dice – a un aumento esponenziale delle importazioni di bassa qualità mentre si disdicono i contratti per abbassare i compensi ai pastori con la scusa della sovrapproduzione”.

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