Superbonus 110%, Cna a Draghi: “Non fermate la cessione del credito”

“Il blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi mette a rischio di fallimento 33mila di imprese artigiane con una perdita a livello nazionale di 150mila posti di lavoro nella filiera delle costruzioni. Una situazione che anche in Sardegna potrebbe mettere in crisi centinaia di imprese e perdere migliaia di posti di lavoro”. La denuncia arriva da Cna che guarda con preoccupazione alla decisione di Roma di frenare gli incentivi sulle ristrutturazioni delle facciate. Tutto ruota intorno “a una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza”.

Nell’isola “gli incentivi fiscali – spiegano dalla Confederazione degli artigiani – sono uno dei principali motori coi quali il settore delle costruzioni si è ripreso all’interno della vasta riqualificazione edilizia, soprattutto grazie al Superbonus del 110% introdotto col Decreto Rilancio. La Sardegna ha fatto registrare numeri superiori ad altre regioni italiane”.

Stando a quanto ricostruito da Cna, che sollecita il Governo “a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale” perché riosulta bloccato “il 15 per cento dei crediti”. In Sardegna, sempre secondo le stime della Cna, “il livello degli investimenti in riqualificazione edilizia nel 2021 supera gli 850 milioni, con un balzo importante rispetto al 2020. La crescita è sorprendente, ma ci sono margini per un’ulteriore crescita, se si considera che in termini percentuali sul rinnovo residenziale totale l’isola registra solo il 51 per cento, a fronte di un’incidenza che supera il 68 per cento nel dato nazionale”.

Così Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente della Cna Costruzioni Sardegna: “Dall’analisi dei fatturati e della consistenza media dei crediti emerge che le imprese dell’Isola, con giro d’affari di 150mila euro, detengono 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale (38,2%). Alla crescita del fatturato l’incidenza tende a scendere pur restando rilevante: un’impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati. Il 47,2 per cento delle aziende dichiara di non trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti, mentre il 34,4 lamenta tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi. Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche (63,7%). Seguono Poste (22,6%) e società di intermediazione finanziaria (5,1%). Soprattutte queste ultime, davanti a norme incerte e continui stop, hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano i 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura”.

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