Report Cisl: “Nell’Isola pensioni basse: -17% rispetto alla media nazionale”

“In Sardegna l’importo medio di una pensione è circa il 17 per cento in meno della media nazionale e circa il 38 per cento in meno delle regioni del nord”. Lo ha detto oggi a Cagliari il segretario nazionale Andrea Cuccello che sta partecipando all’assemblea regiomale alla Fiera di Cagliari, in corso questa mattina. “Con il protocollo del settembre 2016 e con l’accordo appena sottoscritto dalla nostra sindacato – ha concluso Cuccello – si supera il principio della immodificabilità della legge Fornero e si sostanzia un cantiere che continuerà a rimanere aperto per rinegoziare i termini di un sistema previdenziale più rispondente alle aspettative e agli affanni delle lavoratrici e
dei lavoratori”. L’accordo è il pacchetto previdenza proposto dal governo Gentiloni all’interno della legge di bilancio 2018.

In Sardegna, sempre stando ai numeri della Cisl, vengono erogate 579.834 pensioni, di cui 100.692 Inps ex Inpdap; 478.364 Inps; 778 Inps ex Enpals. La spesa pensionistica, secondo i dati Istat, è circa il 23 per cento del Pil. Nel 2016 nell’isola è pari a circa 6,7 miliardi di euro. Sempre a livello regionale l’importo medio mensile rilevato dai dati Inps per la gestione pubblica è 1.797 euro, per la gestione privata è di 825. Per quella ex Enpals è di 1.205.

Così il segretario regionale Ignazio Ganga: “Con il pacchetto previdenza si apre una nuova stagione per i pensionati sardi. Ci sono poi spiragli per un abbassamento dell’età del riposo. Un varco nel ‘muro di Berlino della legge Fornero’. Ancora Cuccello: Noi puntiamo molto sul fatto che abbiamo individuato queste quindici categorie di lavoratori – ha detto riferendosi alle occupazioni gravose che necessitano un’uscita anticipata -. Ma non solo: abbiamo istituito due commissioni, una per individuare altre categorie di lavoratori oltre alle quindici già previste, l’altra è la suddivisione tra previdenza ed assistenza. Anche perché quello che ha fiscalità generale non
può essere ricompreso nella previdenza pubblica”.

Con un un focus sulla famiglia: “Bisogna creare le condizioni migliori soprattutto per le donne – ha detto – con forme di assistenza, pensiamo agli asili nido. Ma anche perché si creino le condizioni per un cambiamento nel mondo del lavoro. Soprattutto se pensiamo al gap di retribuzioni del 30 per cento nelle retribuzioni tra uomini e donne”.

[Foto di Rosa Casto]

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