Regionali, le proposte di Confagricoltura alla politica: “Serve un Erasmus per i giovani che lavorano con la terra”

L’aula magna del Dipartimento di Agraria di Sassari ha accolto oggi la terza tappa del tour promosso, nei territori dell’Isola, da Confagricoltura per illustrare la propria proposta agricola alla politica, in vista delle elezioni regionali del 25 febbraio. La culla dell’alta formazione agricola e pastorale sarda, che in decenni di attività ha contribuito a creare la classe dirigente nelle aziende, nella libera professione e nelle strutture dell’amministrazione regionale e nazionale, ha accolto un pubblico interessato a conoscere il report elaborato da Confagricoltura Sardegna in collaborazione con le sue emanazioni interprovinciali come, in questo caso, Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio. Ad aprire i lavori con un saluto istituzionale e gli auguri di buon lavoro sono stati il sindaco di Sassari, Nanni Campus, e il vicedirettore del Dipartimento di Agraria, Gianni Battacone, mentre la relazione di contesto e analisi politica è stata presentata dal presidente di Confagricoltura Sassari Olbia-Tempio, Stefano Taras. Il compito invece di affrontare più nello specifico il quadro in cui versa il comparto agricolo sardo è toccato al direttore interprovinciale, Giannetto Arru Bartoli.

“Confagricoltura – ha osservato Taras – ha da sempre portato avanti il principio secondo il quale la sostenibilità, obiettivo ultimo di tutte le politiche globali, debba avere una declinazione ambientale ma anche sociale ed economica. La principale responsabilità che Confagricoltura attribuisce a questa Pac è proprio quella di non aver saputo trovare una degna sintesi tra la necessaria e incontestabile esigenza di tutelare l’ambiente e la tutela della produzione primaria”. Da qui nasce l’esigenza non più rimandabile di promuovere una Pac sarda che “non deve essere alternativa a quella europea, ma che sappia invece cogliere le specificità della nostra isola”.

L’intervento del presidente si è poi spostato sul tema della cerealicoltura, entrata in crisi negli ultimi decenni, e su quello del patrimonio boschivo che ricopre oltre il 50 per cento della superficie regionale e che sulla scia delle nuove politiche green potrebbe, se ben valorizzato sul piano normativo, creare economie importanti soprattutto nelle realtà rurali. Stefano Taras ha poi ricordato quanto sia ormai urgente, a 18 anni dalla loro istituzione, intervenire sulla riforma delle competenze delle Agenzie AgrisArgea e Laore. Non potevano quindi mancare un passaggio sul credito, da rendere più accessibile alle imprese soprattutto in questa fase di forte fibrillazione finanziaria che ha investito tutta l’Ue, uno sulla transizione energetica e un altro sull’agricoltura di precisione che, in pieno cambiamento climatico, ci impone nuovi ed efficienti approcci. 

“Con tutta la buona volontà è difficile immaginare un’agricoltura moderna, innovativa e inclusiva se non rimettiamo al centro il senso, il valore e la dignità delle identità locali e delle comunità rurali; se non si crea, cioè, quel substrato fatto di infrastrutture materiali e immateriali che possano favorire una rinnovata cultura di impresa sostenibile e competitiva. Occorre a questo punto pensare a una dimensione collettiva, una visione di Sardegna complessiva, che sappia rimettere l’agricoltura al centro, come è stato nel corso della nostra storia e come vorremmo che fosse anche in futuro”, ha concluso Taras.

Delle filiere e dei settori strategici si è occupato il direttore Arru Bartoli con una relazione che è entrata nell’analisi di alcuni settori produttivi (ovicaprino, vitivinicolo, olivicolo, orticolo, bovino da carne, suinicolo) e che ha poi dedicato un focus a formazione, ricambio generazionale e conseguente mancanza di manodopera. “La Sardegna ha il più alto tasso di abbandono scolastico dell’Ue. Ecco che bisogna investire molto in formazione che possa così favorire un miglior trasferimento di innovazione tecnologica, accelerare i processi di aggregazione tra imprese e favorire lo spirito di filiera. È fondamentale, perciò, introdurre nel sistema agricolo alte professionalità che apportino approcci innovativi, moderni e di tipo manageriale”.

Così il direttore che ha precisato: “Come Confagricoltura Sardegna proponiamo l’istituzione di un “Erasmus agricolo” post-diploma, post-laurea, o integrato al percorso di studio, per ampliare le conoscenze sia nei paesi europei e sia extra Ue, per un periodo di 6 mesi, finanziati al 100 per cento dalla Regione”. Il direttore ha quindi messo in chiaro le criticità del bando di primo insediamento giovani, vecchio di 25 anni, dove si dovrebbero apportare aggiornamenti importanti per i beneficiari. Altro passaggio ha invece interessato la riattivazione del progetto “Terra ai giovani”, congelato negli ultimi anni, che concedeva in affitto le terre regionali incolte per 15 anni (a tasso agevolato e rinnovabile una seconda volta) ai giovani agricoltori. A margine delle relazioni diversi interventi dal pubblico hanno arricchito l’incontro che si è chiuso con la sintesi del presidente regionale di Confagricoltura, Paolo Mele.

Dopo gli eventi pubblici di Oristano, Nuoro e Sassari, il quarto e ultimo incontro si terrà il prossimo 5 febbraio a Cagliari, alla presenza del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, dove saranno chiamati a rispondere ad alcune domande i quattro candidati a governatore per la Regione Sardegna. L’iniziativa, fissata alle 10;30 negli spazi del Caesar’s Hotel, vedrà la partecipazione del presidente e del direttore di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele e Giambattista Monne, mentre coordinerà i lavori la giornalista Leyla Manunza.

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