Rapporto Svimez, la Sardegna esce dalla recessione: Pil in crescita dello 0,6%

La Sardegna riprende a respirare: nel 2016 è uscita dalla fase recessiva e ha ottenuto per la prima volta dopo due anni un aumento del Pil. Segnali ancora timidissimi che pure fanno ben sperare nella ripresa emergono dal nuovo rapporto di Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezogiorno che questa mattina ha anticipato i dati delle ultime indagini sull’economia del Sud Italia.

L’aumento del prodotto interno lordo della Sardegna è calcolato in +0,6%: cifre ancora basse per far immaginare una ripresa a breve termine ma comunque incoraggianti. Il miglioramento della situazione arriva soprattutto dall’industra.

Il rapporto Svimez sottolinea che la ripresa dell’economia italiana è maggiore al Sud: “il cui Pil è cresciuto dell’1%, più che nel Centro-Nord, dove è stato pari a +0,8%”. Le previsioni suggeriscono che nel 2017 il Pil aumenterà maggiormente nel centro-Nord, facendo quindi tornare indietro il Mezzogiorno rispetto alle altre zone d’Italia.

La situazione economica del nostro paese, prosegue ancora il rapporto, potrebbe tornare ai livelli pre-crisi entro il 2028 sempre che il Mezzogiorno prosegua con gli attuali ritmi di crescita: potremmo quindi trovarci davanti a un ventennio di “crescita zero”, che farebbe seguito “alla stagnazione dei primi anni duemila, con conseguenze nefaste sul piano economico, sociale e demografico”.

Non buone le notizie sul fronte occupazione: nella media del 2016 “gli occupati aumentano rispetto al 2015 al Sud di 101 mila unità, pari a +1,7%, ma restano comunque di circa 380 mila al di sotto del livello del 2008”. L’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato in termini relativi è più accentuato nel Mezzogiorno, grazie al prolungamento della decontribuzione. L’incremento degli occupati anziani e del part time però “contribuisce a determinare una preoccupante ridefinizione della struttura e qualità dell’occupazione”. Per Svimez, il dato più eclatante è il formarsi e consolidarsi di un drammatico dualismo generazionale: “in Italia rispetto al 2008 sono ancora un milione 900 mila i giovani occupati in meno. Per quel che riguarda i settori, nel 2016, aumenta l’occupazione nell’industria (+2,4%), mentre diminuisce nelle costruzioni (-3,9%). Significativo incremento nel turismo (+2,6%)”.

Tra le regioni italiane è la Campania quella che nel 2016 ha registrato una crescita maggiore: ben 2,4% rispetto all’anno precedente. Tra le regioni del Sud cresce l’economia di Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Puglia (+o,7%), Calabria (+0,9%), Sardegna (+0,6%) e Sicilia (+0,3%). La crescita del Pil del Sud nel 2016 è stata la conseguenza di alcune condizioni peculiari: “il recupero del settore manifatturiero, la ripresa del settore edile, il positivo andamento dei servizi”. Il principale driver della crescita meridionale nel 2017 “dovrebbe nuovamente essere la domanda interna: i consumi totali crescerebbero dell’1,2% (quelli delle famiglie dell’1,4%) e gli investimenti al Sud del +2%. Si prevede anche una crescita per l’occupazione.

 

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