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Peste suina, embargo finito dopo 11 anni: i maiali sardi potranno essere esportati

La risposta positiva è arrivata da Bruxelles con la fine dell’embargo delle carni sarde. Il comitato tecnico rappresentato dagli Stati membri ha deciso ad unanimità a favore della proposta della Commissione europea per la revisione delle restrizioni imposte alla Sardegna per il contrasto alla diffusione della peste suina africana, in vigore dal 2011.

La svolta è arrivata dopo 11 anni, e dopo una serie di limitazioni e penalizzazioni per un comparto rilevante dell’economia sarda. “Un traguardo che l’Isola inseguiva da tempo”, ha commentato il Presidente della Regione Christian Solinas. “Per comprendere la portata di questo risultato e le possibili ricadute sul comparto zootecnico della suinicoltura è sufficiente considerare che, considerando i numeri dei capi censiti, l’84 per cento della produzione suinicola sarda potrà riaffacciarsi sul mercato globale”.

Le modifiche approvate a Bruxelles entreranno formalmente in vigore a gennaio, con l’aggiornamento al regolamento comunitario. “Nelle prossime settimane – ha continuato Solinas – definiremo con il ministero della Salute le linee di indirizzo sulle deroghe alla movimentazione per le aree del territorio ancora soggette a restrizioni in virtù delle sieropositività registrate nei cinghiali e nei suini domestici nei dodici mesi precedenti. Ma L’aspetto più importante deriva dal fatto che tutte queste aree saranno soggette a una rivalutazione periodica con una progressiva revisione dei vincoli, fino alla loro completa cancellazione su tutto il territorio regionale, qualora il quadro epidemiologico dovesse rimanere invariato. Inoltre nelle aree della così detta ‘zona rossa’, dove al momento permangono limitazioni alla movimentazione degli animali vivi, abbiamo già pronti 5 milioni di euro per gli indennizzi alle aziende”.

“Abbiamo lavorato duramente per raggiungere questo traguardo. Quella contro la peste suina africana è stata una lunga lotta che ha richiesto impegno e sacrificio, attraverso un percorso non sempre lineare. La svolta è arrivata con l’ultimo audit della commissione europea, a novembre 2021. Un risultato di tutti i sardi, reso possibile grazie a un impegno corale, che ha visto in prima linea non solo l’unità di progetto, l’istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, il corpo Forestale, Forestas, Laore e i servizi veterinari delle Asl, ma anche i sindaci, I cacciatori e le associazioni di categoria che, in questi anni, hanno dato un contributo fondamentale”, ha concluso Solinas.

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