Pensionati sardi in piazza a Roma contro “il disastro della riforma Fornero”

La tanto contestata riforma Fornero nell’Isola ha inciso sul potere d’acquisto dei pensionati. In particolare su un totale di 577.006 pensionati, ben 99.815 sono stati penalizzati, cioè il 17% soprattutto a Cagliari (37%), a Sassari (21%) e poi Carbonia Iglesias con il 13%. Chi percepisce un assegno di 1.200 euro netti ha perso 28 euro al mese nel 2012 e 60 nel 2013, mentre chi percepisce una pensione di circa 1.400 euro netti ha perso 37 euro al mese nel 2012 e 78 nel 2013.

È questa la fotografia scattata da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil che hanno annunciato una nuova stagione di mobilitazione anche nell’Isola a partire dalla manifestazione del 19 maggio a Roma, quando saranno nella Capitale almeno 500 sardi per chiedere al Governo di cambiare la legge Fornero. Secondo i dati dei sindacati, infatti, in 15 anni il potere d’acquisto delle pensioni è diminuito del 30 per cento dovuto in gran parte al blocco della rivalutazione delle pensioni all’aumento delle spese da sostenere per i servizi sanitari .In Sardegna l’importo medio mensile delle pensioni è di 715 euro per Inps, 1.762 euro per ex Inpdap e 1.195 per gli ex Enpals. Le pensioni di reversibilità sono 113.998 e l’importo medio è 580,95 euro per quelle dell’Inps, 1.079 per le ex Inpdap e 951,13 euro per le ex Enpals. In Ogliastra gli importi medi più bassi 496 euro per Inps e 51 euro per ex Enpals.

“In una società che ci mette contro i giovani e che ci fa sembrare come quelli che vivono a sbaffo – spiega Piero Agus della Cisl – questa manifestazione di Roma rappresenta l’inizio di un percorso di mobilitazione che ci pone anche davanti ad un confronto serrato che va fatto con la Regione”. Secondo Rinaldo Mereu della Uil, “i provvedimenti del Governo non creano sistema ma solo confusioni. I pensionati vengono visti come zavorra sociale, mentre abbiamo chiesto un confronto con il governo sul reddito di cittadinanza, sulla legge strutturale per la famiglia e natalità e sulla riforma sulla non autosufficienza”. “La presenza il 19 maggio della Sardegna serve per chiedere il rispetto dei diritti negati – sostiene Mina Cilloni della Cgil – Abbiamo anche la necessità di affrontare il tema della riforma del welfare regionale”.

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