Pecorino romano, spunta un’incognita: “Si verifichi l’utilizzo di latte straniero”

Spunta un’incognita nella trattativa sul prezzo del latte che in queste ore sta mettendo a confronto allevatori e industriali in Prefettura a Cagliari. L’arbitro della partita è il ministro della Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, che ha invitato al tavolo anche la Regione e associazioni di categoria. L’incognita riguarda l’eventuale utilizzo di latte straniero – ancora tutto da verificare, sia chiaro – nella produzione del pecorino romano.

Il caso lo ha sollevato Piero Sanna sulla pagina Facebook ‘Pastori di Sardegna’. Sanna, nel suo post, pone subito il quesito: “Il volume di pecorino romano prodotto (nell’Isola) dai caseifici è congruo con i litri di latte ritirati e con il numero delle pecore degli allevamenti affiliati?”. La questione è centrale, perché nelle trattative che sta organizzando la politica una delle strade indicate per risolvere il problema del prezzo è quella di pagare con soldi pubblici le eccedenze di pecorino romano ferme nei magazzini. Ovvero, formaggio invenduto, che ha fatto crollare il prezzo sino agli attuali 60 centesimi.

Tra Regione, Banco di Sardegna e Governo per ‘smaltire’ le eccedenze ci sono a disposizione 49 milioni. Così divisi, nel caso in cui si chiudesse l’accordo: 15 li darebbe la Giunta, 10 l’istituto di credito isolano controllato dalla Bper, altrettanti sono stati promessi dal ministero delle Politiche agricole e i 14 li garantirebbe il Viminale (qui tutti i punti del ‘Patto di filiera’).

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Sanna chiarisce: “Se non c’è congruità (tra pecorino romano prodotto, latte ritirato e numero di pecore), vuol dire che il formaggio in questione viene fatto con latte straniero. Ma allora non potrebbe più essere certificato come ‘romano'”. Non solo: “Il disciplinare” di tale pecorino è “un Dop (denominazione di origine protetta)”, ragion per cui per la sua produzione “non si può usare latte proveniente da fuori della Sardegna”.

Sanna si chiede ancora: “Il latte trasportato (nell’Isola) con autobotti dall’est Europa per cosa viene usato?”. E ancora: “Se si utilizza per fare Pecorino romano o Pecorino Sardo, o Fiore Sardo, sarebbe una truffa grave”. Quindi una sottolineatura, che vale poi l’incognita: “Come si fa a controllare? È necessario appunto misurare la congruità. Assicuriamoci prima di tutto di questo”, rilancia l’allevatore.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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