Pecorino romano, produzione in crescita. Stabile il prezzo del latte pagato ai pastori

Negli ultimi cinque mesi si registra un aumento del 9 per cento delle produzioni di latte di pecora e del 14,5 per cento delle produzioni di Pecorino romano Dop. La resa è leggermente inferiore dell’1,4 per cento mentre il prezzo è stabile da due mesi a 12,15 euro al chilo, ancora superiore di oltre due euro rispetto al Parmigiano reggiano Dop i 12 mesi. Il prezzo del latte di pecora nel sistema industriale è sull’euro e 40, euro e 50 al litro mentre nel sistema cooperativo si attesta a oltre 1,70 euro al litro.

Sono i dati analizzati dal Centro studi agricoli su cinque mesi della stagione 2023/2024. Una stagione segnata in alcune zone della Sardegna da una situazione di marcata siccità ( Baronia e alcune zone dell’Ogliastra) dove non piove da mesi e dove l’erba dei pascoli non è cresciuta: qui gli allevatori sono ancora oggi costretti a alimentare il proprio bestiame esclusivamente con mangimi azzerando il margini del guadagno, pur avendo un prezzo del latte di pecora soddisfacente.

Mentre in altri territori della Sardegna, le piogge sono state soddisfacenti e i pascoli sono ricoperti di erba.  Seguendo questo trend, le proiezioni calcolate dal Centro studi agricoli fanno prevedere una produzione totale in aumento rispetto ai QLi di Pecorino romano Dop, in pasta, prodotti nella precedente annata. Le produzioni di anno in anno appaiono sempre in crescita e il mercato appare assorbire  l’intera produzione, garantendo un prezzo stabile del formaggio e di conseguenza del prezzo del latte pagato ai pastori. “Oggi comunque – afferma Tore Piana, presidente del Centro studi agricoli – non bisogna assolutamente abbassare la guardia. C’è la necessità di monitorare costantemente la situazione delle produzioni, elevando la qualità del Pecorino abbassando la percentuale di sale, promuovendone il consumo verso nuovi mercati”.

Da qui l’appello: “C’è la necessità che il nuovo assessore all’Agricoltura costituisca un tavolo latte Sardegna a regia regionale, dove si confrontino tutti gli attori della filiera delle tre tipologie produttive, latte di pecora, latte di capra e latte vaccino, almeno una volta ogni tre mesi. A preoccupare il Csa appaiono le possibili conseguenze di eventuali introduzioni di dazi in Usa nel caso ci fosse la vittoria di Trump alle presidenziali americane. Urgente poi – conclude – che  si avviino le procedure per riconoscere lo stato di siccità e calamità naturale, in quei territori dove le piogge sono state quasi inesistenti”.

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