Latte, pastori pronti a nuove proteste: “Siamo delusi, in 2 mesi solo silenzio”

“Una storia importante di proteste come quella del mese di febbraio scorso non si può chiudere nel silenzio, non glielo lasceremo fare”. Sono pronti a nuove mobilitazioni i pastori sardi, che attendono ancora il seguito dei tavoli sulla vertenza delle campagne e la soluzione di tutte le questioni rimaste in sospeso. A due mesi esatti – era l’8 marzo, in Prefettura a Sassari – dalla sigla dell’accordo sul prezzo del latte, Felice Floris, leader del Mps (Movimento pastori sardi) annuncia già una data, il prossimo 8 giugno a Giba, nel Sulcis, per la prima di una serie di assemblee che riuniranno i protagonisti del mondo delle campagne e che serviranno per fare il punto della situazione e decidere nuove mosse e le prossime proteste. “Ci aspettavamo qualcosa di più – sottolinea deluso a Sardinia Post -. Avevamo convocato la prima assemblea per il mese di maggio, ma l’abbiamo rinviata a dopo le elezioni europee (il 26 maggio prossimo, ndr) per non rischiare di cadere in strumentalizzazioni o passerelle politiche”. Floris racconta il grande disagio e la delusione che è seguita a quelle storiche settimane di mobilitazione, in cui centinaia di migliaia di litri di latte sono stati sversati per protesta e hanno invaso strade, ponti e quartieri cittadini.

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“Sarà un’estate calda – profetizza Floris -, anche perché le questioni da affrontare non riguardano solo il prezzo del latte. Le urgenze hanno a che fare anche con la definizione della nuova Pac (Politica agricola comune), in fase di costruzione in Europa e i servizi per le aziende agricole, come l’acqua potabile, l’elettricità, le energie rinnovabili, le infrastrutture viarie. Per non parlare della burocrazia e dei nuovi burocrati, soggetti che servono solo per scaricare le responsabilità senza fine”. Poi la bordata sulla scelta del nuovo assessore dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, nominata ieri dal presidente Solinas: “Non si scelgono gli assessori al ‘mercato delle vacche’, e noi sappiamo di cosa parliamo – tuona il leader del Mps -, avevano in mano la possibilità di nominare una professionista seria, un’allevatrice che conosce il nostro mondo e le dinamiche dell’agricoltura sarda”, sottolinea riferendosi a Daria Inzaina, l’allevatrice gallurese che per settimane è stata vicina a ricoprire l’incarico, in quota Lega, e al centro delle polemiche nate per la mancanza di un titolo di studio superiore. “È una persona capace, non conta la laurea ma le competenze dirette, e lei ne ha”. Felice Floris annuncia comunque la richiesta di un incontro urgente alla neo assessora Murgia: “Vedremo se avrà tempo e voglia di ascoltare i consigli di chi quotidianamente lavora in campagna e consoce i problemi, e se dimostrerà di non volerci ascoltare sarà certamente battaglia”.

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“Delusi e amareggiati” anche i protagonisti delle mobilitazioni di febbraio, Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna e Andrea Mulas, portavoce del gruppo spontaneo che aveva dato vita alle prime proteste e agli sversamenti di latte in tutta l’Isola. “Perdere 74 giorni in trattative ci ha messo paura, non è stato un buon segnale – spiega Falchi a Sardinia Post a proposito del ritardo con cui è nato il nuovo esecutivo regionale -, hanno sottovalutato un problema enorme, lo hanno congelato. I nostri pastori si sentono presi in giro”. Falchi ieri ha pubblicato sulla pagina Facebook Pastori di Sardegna, diventata la piattaforma per lo scambio di opinioni e prese di posizione nei giorni caldi delle proteste, un invito a riprendere la sensibilizzazione sul problema latte.

‘Non so se servirà a qualcosa – si legge – ma chiedo a tutti di postare come immagine del profilo delle proprie pagine social le foto del latte che abbiamo buttato per terra, visto lo stallo che si è creato, per riuscire a far ricordare a chi di dovere che i problemi del latte non sono risolti e non sono di poco conto, ma non li stanno tenendo in considerazione’. Anche Falchi prevede nuove manifestazioni di protesta all’orizzonte: “I nostri pastori ci stanno chiedendo di fare qualcosa, la gente è allo stremo e siamo alla fine della campagna latte: senza il ritiro degli stock di formaggio in eccedenza, così come era stato annunciato ma che non è mai avvenuto, e con il prezzo del Pecorino romano che sale lentamente, il rischio è che a novembre, quando saranno pagati i saldi del latte conferito dagli allevatori, il prezzo non arrivi nemmeno all’euro. Senza le azioni concrete il famoso accordo siglato ai primi di marzo è carta straccia”.

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Come Floris anche i tre portavoce, Falchi, Sanna e Mulas, non apprezzano la scelta della nuova assessora dell’Agricoltura, Gabriella Murgia. “Siamo rimasti spiazzati, ci aspettavamo una figura con esperienza specifica nel settore, che conoscesse il nostro mondo. Non ci interessavano i titoli di studio, non abbiamo bisogno di una che impari, ma di qualcuno che non dovesse cominciare da zero. Nella sua prima dichiarazione ha detto di voler ascoltare le associazioni di categoria, ma la vertenza delle campagne non è delle associazioni, è dei pastori, senza bandiere e senza colori”.

Marzia Piga

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