Prezzo latte, trovato accordo a Sassari: 74 centesimi e conguaglio a novembre

C’è l’accordo sul prezzo del latte. Il tavolo convocato dal prefetto di Sassari Giuseppe Marani, che si era aperto questa mattina con qualche tensione per l’esclusione iniziale del presidente della cooperativa di Dorgali (Nuoro), Leonardo Salis, ha chiuso un’intesa che prevede 74 centesimi al litro, con l’impegno di un conguaglio a novembre in base al prezzo di mercato del pecorino romano.

Al vertice convocato dal prefetto di Sassari e Nuoro, Giuseppe Marani, hanno partecipato con il capo di gabinetto del ministero delle Politiche agricole, Luigi Fiorentini, Paola Parziale dell’Assolatte, Gianni Maoddi del caseificio di Nuragus e Pierluigi Pinna del caseificio Pinna di Thiesi in rappresentanza degli industriali sardi, una delegazione dei pastori e i rappresentanti delle associazioni degli allevatori.

Durante l’incontro è stato illustrato il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, con cui sono stati stanziati 29 milioni a sostegno della filiera lattiero-casearia. Soldi che si aggiungono ai 18 milioni messi a disposizione dalla Regione e ai 10 milioni del Banco di Sardegna, complessivamente 57 milioni. Soldi che saranno utilizzati in parte per sostenere le imprese e migliorare la qualità del latte e in parte per il ritiro dai caseifici del pecorino romano invenduto. Il tavolo ha anche rinnovato l’impegno per creare un sistema di filiera che monitori l’andamento dei prezzi e delle produzioni: per questo motivo il prefetto e il capo di gabinetto del ministero hanno incontrato i rappresentanti del Consorzio di tutela del pecorino romano, per sollecitare un nuovo dialogo con la rete degli allevatori e dei produttori.

Il documento stilato a conclusione del tavolo riporta i termini dell’accordo. Per quanto riguarda il prezzo del latte “i trasformatori si impegnano, per il latte conferito dai pastori nel mese di febbraio (in cui molte aziende hanno già fatturato), a corrispondere un prezzo di 0,72 euro al litro“. Per il mese di marzo, a fine della campagna, – si legge nel documento – verrà corrisposto un acconto pari a 0,74 euro il litro. “Infine nel mese di novembre 2019 sarà calcolato il conguaglio sulla base dei prezzi medi ponderati del Pecorino romano  della Borsa di Milano, considerando il periodo novembre 2018-ottobre 2019″.

Il documento riporta anche le griglie di prezzi che saranno utilizzate come base per il conguaglio: il prezzo del latte salirà all’aumento del prezzo del Pecorino romano. Se il formaggio costerà 6 euro al chilogrammo il prezzo pagato ai pastori come conguaglio sarà 0,72 euro al litro; se costerà 6,50 euro al chilo, il latte salirà di 4 centesimi (0,76); con la quotazione di 7 euro per il formaggio il latte sarà remunerato 0,83 euro al litro. E via così. Per arrivare a un prezzo versato ai pastori che superi l’euro, così come chiesto dall’inizio della vertenza, il Pecorino romano dovrà costare 8,50 euro al chilo.

Nero su bianco nell’accordo è anche l’impegno da parte del ministero delle Politiche agricole, di avviare un confronto con la Camera di Commercio di Milano, con il supporto di tecnici non solo ministeriali, sui metodi di rilevazione dei prezzi del Pecorino. Non solo, ci sarà un ulteriore confronto con le banche e con l’Abi (che le riunisce) sulle esigenze della filiera e si coinvolgeranno nel tavolo anche le società della grande distribuzione organizzata.

Mar. Pi.

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Prezzo latte, soddisfatti gli industriali. Pinna: “Ora si riprende la produzione”

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