L’appello di Confidustria: “Urge un piano per l’Isola”. Pigliaru: “Metano è utile”

L’industria in Sardegna? Ancora bassa la quota di contribuzione del comparto al valore aggiunto complessivo regionale: solo il 10,1 per cento contro la media del Mezzogiorno al 12,1%, del centro nord al 21,2% e del 19,1% dell’Italia. Sono alcuni dei numeri emersi questa mattina all’assemblea generale degli associati di Confindustria Sardegna meridionale. Il tema: “C’è l’industria nel futuro della Sardegna?”. Un dato di fatto: l’Unione europea chiede una strategia industriale. L’Isola, però, cresce in altri settori: il peso del comparto agricolo (4,9%) è percentualmente più del doppio di quello medio nazionale (2,1%). E il turismo regolare vale il 7,4% contro il 5,4% del Sud e il 6% nazionale. Il presidente Maurizio De Pascale ha parlato di strutturale criticità delle esportazioni. Anche se ha sottolineato lo sforzo della Regione sul tema internazionalizzazione. La richiesta-appello è quasi inevitabile: occorre rilanciare l’industria. “Anche perché – ha spiegato De Pascale – con l’industria che cresce crescono anche agricoltura, turismo e servizi”. Senza farsi confondere dall’esperienza dell’industria anni Sessanta e dal tema delle bonifiche. “Doverose – ha sottolineato il presidente – ma comportano una occupazione assai ridotta, limitata nel tempo. E non costituiscono alcuna prospettiva”. Per questo Confindustria chiede l’istituzione di una Conferenza regionale per la Sardegna. E un programma straordinario di riqualificazione e ammodernamento delle aree industriali e produttive. Un’occasione potrebbe essere quella delle zone economiche speciali. Gli industriali hanno poi ribadito il sì convinto alla metanizzazione. “È auspicabile che il nuovo governo confermi il proprio sostegno e le scelte già compiute – ha chiarito il presidente dopo la ‘frenata’ dei Cinquestelle sul progetto metano -. Il costo dell’energia costituisce uno dei motivi della scarsa competitività del sistema produttivo sardo”. Tanti gli interventi. L’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha parlato di un possibile rilancio della Cagliari free zone, la società che dovrebbe accompagnare il decollo della zona franca nel capoluogo.

Globalizzazione e tecnologia. “Serve l’industria? Certo che serve un’industria ma molto diversa da quella di prima. Il punto essenziale è la necessità di adeguarsi a un mondo che sta cambiando. Globalizzazione e tecnologia sono due parole chiave”. Così il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha concluso l’assemblea generale di Confindustria. “Tutti d’accordo per le rinnovabili in futuro – ha spiegato il governatore – vogliamo energia prodotta nel territorio che serva al territorio. Ma nella transizione cosa facciamo? In questa fase tutti riconoscono che il metano è utile. In ritardo? Stiamo facendo le analisi di costi e benefici – ha sottolineato Pigliaru – Partiremo con i depositi costieri e una rete di distribuzione che garantisca tariffe uguali a tutti e simili a quelle nazionali”.

La mappa. “Bene a Portovesme, a Porto Torres invece stiamo aspettando le risposte sulla fase 3 della chimica verde, la pazienza sta finendo. C’è un mercato importantissimo: la chimica verde deve essere grande e forte”. “Può crescere con l’agroalimentare che si sposa con la tecnologia – ha precisato Pigliaru – ci vogliono capitale umano, incentivi adeguati per formazione e tecnologie e filiere. Serve anche avere un maggior numero di imprenditori: abbiamo giovani straordinari, dobbiamo tenerli qua”. Un cambiamento fortissimo e i posti di lavoro.”La velocità di distruzione di posti di lavoro è più forte della velocità di creazione di occupazione – ha argomentato il presidente – Abbiamo bisogno di lavorare duro per intervenire su questa distanza di velocità. Uno degli acceleratori di futuro è l’istruzione”.

 

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