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La Regione non certifica i debiti con le imprese e perde i finanziamenti statali: interrogazione di Claudia Zuncheddu

Entro il 30 aprile scorso enti locali e regioni avrebbero dovuto certificare l’entità dei debiti contratti con le imprese e inviare tutti gli incartamenti al Ministero per lo sviluppo economico. In Sardegna l’operazione è stata portata a termine dalle otto amministrazioni provinciali e da 157 comuni, che in totale hanno ricevuto dallo Stato 86 milioni di euro, pari al 0,8% degli 11 miliardi stanziati in totale.

E la Regione? Non ha certificato alcunché, come denunciato solo pochi giorni fa dai vertici regionali di Confartigianato, e dunque da Roma non ha ricevuto nemmeno un centesimo. Una beffa, soprattutto per le centinaia di imprese sarde che attendono da mesi e mesi quanto dovuto. E nell’attesa capita che qualche azienda fallisca o che sia costretta a servirsi degli ammortizzatori sociali, per i quali solo in Sardegna si spendono circa 210 milioni di euro l’anno.

Ma perché la Regione non ha certificato lo stato debitorio? Lo chiede con una interrogazione urgente la consigliera regionale di Sardigna Libera Claudia Zuncheddu, che rimarca come “tale omissione risulta ancora più grave alla luce di quanto pubblicamente denunciato dalla Confartigianato relativamente alle risorse sbloccate per la Sardegna”.

Il riferimento è all’Operazione trasparenza lanciata dall’associazione di categoria pochi giorni fa. Il primo problema da affrontare, infatti, riguarda l’entità dei debiti che la Regione ha contratto nei confronti delle aziende: ad oggi non c’è alcun dato certo. “È veramente incredibile – si legge in una nota di Confartigianato – che non sappia quanti siano i debiti certi ed esigibili. Alcune stime parlano di una base di circa 1,2 miliardi. Nel solo settore edile la cifra si aggirerebbe sui 360 milioni”.

“Se i debiti, che ci sono, non sono certificabili – dichiarava il presidente di Confartigianato imprese Luca Murgianu – bisogna capire il perché e intervenire. Non si può abbandonare il destino delle imprese ad una cieca burocrazia”.

L’Assessore regionale al Bilancio Alessandra Zedda “dice che la Regione Sarda non aveva bisogno di chiedere liquidità e che farà fronte a tutti i debiti. Quindi quanto previsto dal Decreto 35 dovrebbe servire poco e niente alla Regione Sardegna – scrive Confartigianato -. È un’affermazione impegnativa che, in caso di errore, porterebbe gravi conseguenze per le Imprese”.

Ed è proprio ciò che teme Claudia Zuncheddu. “A rendere ancor più incomprensibile l’azione della Regione – scrive la consigliera di Sardigna libera nell’interrogazione – è il fatto che tali risorse sono destinate al pagamento delle imprese creditrici senza che venga sforato il vincolo del 3% imposto dal Patto di stabilità, rispetto al quale il Presidente Cappellacci ha più volte dichiarato di essere persino disposto allo sforamento pur di far fronte alla grave situazione economica in Sardegna. Inoltre, le inadempienze della RAS sono gravi e incomprensibili, soprattutto alla luce della crisi che ha messo in ginocchio da tempo la Sardegna sia sul piano sociale che su quello economico-finanziario, con casi sempre più frequenti di suicidi per disoccupazione, debiti, espropri dei beni, e in un momento in cui tale provvedimento avrebbe determinato un forte aiuto per le imprese o professionisti fortemente indebitati, non a causa loro ma proprio per i mancati pagamenti da parte dell’Ente Regionale”.

(foto di Fabio Marras)

 

 

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