La mobilitazione Coldiretti si allarga, a Tula in 550 protestano sui trattori

Si allarga al nord Sardegna la protesta del mondo agricolo. Dopo il sit-in di venerdì scorso degli allevatori e agricoltori del Nuorese a Cagliari, davanti all’assessorato all’Agricoltura, oggi è stata la volta dei colleghi del Sassarese e Gallura che hanno sfilato con i trattori a Tula. “Presto seguiranno altre iniziative – annuncia il presidente di Coldiretti territoriale, Battista Cualbu -. Il clima che si respira in campagna è pesante. Le nostre manifestazioni così come quelle di tanti altri allevatori e agricoltori che stanno riportando le schede elettorali in Comune sono il sintomo di un malessere diffuso”.

Cualbu ha aggiunto: “Questa mattina ho fatto una carrellata di tutte le nostre attività del 2017. E’ stato un anno duro per tutti i settori dell’agricoltura, flagellati dalla siccità ma anche da problemi ormai atavici che non riescono a trovare risposte dalle Istituzioni. È un continuo rincorrersi di emergenze che ci impedisce di poter programmare. Spesso ci mancano i presupposti per poter essere competitivi ed al passo con le altre realtà”.

Oltre 500 pastori, allevatori e agricoltori si sono riuniti in assemblea nell’auditorium comunale dove si è fatto il punto sullo stato di crisi dell’agricoltura. “L’elenco delle vertenze è lungo e non riesce a varcare i portoni dell’assessorato all’agricoltura – è il pensiero della Coldiretti Nord Sardegna espresso dal direttore Ermanno Mazzetti -. Da una parte abbiamo a che fare con le calamità naturali, e lo scorso anno non ce ne siamo fatti mancare neppure una (grandinate, gelate, nevicate, siccità) che stanno creando danni ingenti, aumentando i costi di gestione delle aziende e dimezzando le produzioni, dall’altra la cieca burocrazia sempre più incomprensibile che viaggia su un piano e ad una velocità diverso rispetto a quello che vivono e percorrono le aziende. E come se non bastasse abbiamo anche delle filiere distorte in cui non c’è un equilibrio tra i diversi attori. Ma c’è sempre chi specula e chi invece si accolla le crisi”.

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