La grande crisi dell’artigianato sardo, imprese scendono sotto 40mila unità

Allarme della Confartgianato: i dati di Unioncamere sulla nati-mortalità delle imprese artigiane nel primo trimestre 2013 vedono la Sardegna perdere un ulteriore pezzo del suo patrimonio di piccola impresa e imprenditoria artigiana.

Al 31 marzo, infatti, si è andati sotto quota 40mila (39.398 imprese artigiane), livello raggiunto dopo un ulteriore saldo negativo nel primo trimestre di quest’anno dell’1,74%, che vale un totale di 699 aziende in meno, dato dalla differenza tra le 401 iscrizioni e le 1.100 cessazioni.

E’ Oristano a registrare il trend peggiore: -2,80% (saldo di -97 imprese, con uno stock di 3.370 aziende registrate al 31 marzo). Seguono Nuoro con -2,76% (saldo di -202 e stock di 7.122) e Sassari con -1,60% (saldo di -227 e uno stock di 13.927). Cagliari, invece, è la provincia che registra il calo percentuale minore: -1,14%, con un saldo di -173 e uno stock di 14.979 imprese.

“Erano 11 anni che il saldo non andava sotto le 40mila unità – commenta Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – precisamente dal 2002 quando si registrarono circa 39mila imprese: questi sono dati devastanti. Ma è stato un primo trimestre drammatico in tutta Italia che vede però le regioni del centro sud soffrire maggiormente. Queste migliaia di chiusure sono il segnale tangibile che il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le imprese del terziario artigiano”.

“In tutto questo la politica, però, non sembra accorgersene – sottolinea Murgianu – e per questo è necessario proseguire nella linea di forte denuncia della drammaticità della situazione per le imprese, culminata nella giornata di mobilitazione del 28 gennaio scorso, che deve proseguire facendo un appello al Governo, al Parlamento e alla politica regionale ad agire immediatamente con misure concrete a sostegno della crescita”.

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