Il progetto di fusione tra Moby e Tirrenia, compagnie marittime entrambe controllate dall’armatore Vincenzo Onorato, non avrà “effetti negativi sui livelli occupazionali delle aziende”. È quanto assicurato dai vertici delle due società ai segretari nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Natale Colombo, Monica Mascia e Paolo Fantappiè, in occasione di un incontro svoltosi nei giorni scorsi. In ogni caso, “qualsiasi eventuale riorganizzazione del personale amministrativo – prosegue la nota – sarà preventivamente discussa con le organizzazioni dei lavoratori, come previsto dal contratto nazionale dei marittimi”.
Le organizzazioni confederali spiegano ancora: “L’operazione di fusione, che vedrà l’assorbimento di Moby in Tirrenia, si sviluppa in varie fasi e tappe, a partire dalla presentazione di un progetto tecnico/giuridico, già depositato presso il Tribunale di Milano, e proseguirà con un cronoprogramma di eventi, passando per il coinvolgimento della struttura finanza di entrambe le società, fino all’approvazione delle assemblee ordinarie dei soci. Moby e Tirrenia”.
L’operazione, già annunciata dal gruppo Onorato lo scorso giugno (l’armatore aveva spiegato che, solo per alcuni mesi, Tirrenia trasferirà la sua sede legale da Cagliari a Milano, per agevolare il procedimento di fusione; ndr) – sempre secondo quanto riferito dalle due aziende ai rappresentati di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – dovrebbe chiudersi entro la fine del 2018. “Continueremo a vigilare e a monitorare affinché ciò che ci è stato garantito in termini di salvaguardia dei posti di lavoro e di tutele dei lavoratori sia mantenuto sotto tutti gli aspetti” concludono i sindacati.