Il crollo del prezzo del latte: in Consiglio 15 giorni per il piano B

Da un euro e vento a litro a poco meno di 60 centesimi. In un anno il prezzo del latte è crollato di quasi la metà: ossia il 45 per cento, secondo le stime della Coldiretti. Ora la crisi del comparto ovino sarà esaminata dalla commissione Attività produttive del Consiglio regionale che dovrà chiamare in audizione tutti gli attori del settore e scrivere, entro 15 giorni, le proposte sul breve e medio periodo per aiutare allevatori e trasformatori. Lo ha deciso l’Aula di via Roma che ha sospeso la votazione su una mozione bipartisan e tre interpellanze in attesa dell’esito dei lavori della commissione presieduta da Luigi Lotto (Pd). Ora urge una sintesi – anche politica – per trovare una via d’uscita, anche se a stagione ormai iniziata e soprattutto dopo un mese dalle dimissioni dell’assessore all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, non sostituita. La delega è in mano al presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

I dati. Dal dibattito è emerso che il comparto ovino in Sardegna è composto da circa 13mila aziende zootecniche con 40 mila addetti e rappresentano, con oltre 3 milioni di capi, più del 40% del patrimonio nazionale. Complessivamente vengono prodotte 350 mila tonnellate di latte e 30 mila tonnellate di carne. Nel comparto operano 5-6 industrie e organizzazioni che controllano una quota consistente dei circa 600mila quintali di prodotti caseari. La discussione sulla mozione presentata da tutti gli schieramenti – primo firmatario Giovanni Satta dell’Uds – si è subito indirizzata sulle diverse proposte per superare la situazione di crisi e tutti, sia maggioranza che opposizione, hanno ricordato il passo avanti fatto con la costituzione dell’organismo interprofessionale. Il vice presidente della Giunta, Raffaele Paci, ha chiesto di evitare “divisioni su un tema che è la Sardegna, cioè una delle filiere fondamentali del sistema economico dell’isola. Non si può governare il settore – ha chiarito – se non si hanno i dati e il ruolo che la Regione può svolgere non è certo quello di imporre un prezzo”. Tra le proposte, c’è la diversificazione dei prodotti, l’avvio del bando “indigenti” per eliminare dal mercato forme di formaggio oggi invendute, l’obbligo dei trasformatori di denunciare i quantitativi di latte ovino conferito, l’attivazione del tavolo nazionale sul lattiero caseario, contributi a sostegno dei pastori ma anche l’istituzione di un organismo pagatore sardo.

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