Fusione Wind Tre, lavoratori sardi a rischio: le reazioni dal mondo politico

All’indomani dell’incontro tra i vertici di Wind Tre spa, società nata dalla fusione dei due colossi della comunicazione Wind e Tre, e i rappresentanti dei lavoratori, è emersa una forte preoccupazione sul futuro dei 900 dipendenti che attualmente si occupano dell’assistenza clienti tra Cagliari, Roma, Genova e Palermo: secondo i piani della società il servizio del customer care sarà esternalizzato. Non si conoscono ancora il nome della società acquirente né le condizioni di vendita.

I sindacati hanno subito invocato il sostegno del mondo politico. Tra le prime dichiarazioni quella di Romina Mura, deputata Pd: “Non possiamo stare a guardare mentre l’ennesima fusione fra colossi determina, in Sardegna in particolare, la perdita di posti di lavoro mascherata, stavolta, con l’esternalizzazione dei lavoratori del call center ex H3Gi. Il piano industriale rischia di trasformarsi in un nuovo schiaffo ai lavoratori. La Sardegna, da sempre, e a ragione,  ambiziosa nel mercato dell’ICT e delle telecomunicazioni e come tale riconosciuta quale contesto ottimale per l’insediamento di importanti aziende dei comparti e di start up anche regionali, non può rassegnarsi a diventare il luogo delle crisi aziendali e della mortificazione di competenze, professionalità e destini di migliaia di lavoratori che sono stati il vero fattore di moltiplicazione delle fortune delle diverse aziende. Attraverso apposita interrogazione solleciterò sul caso concreto, ma più in generale sulle dinamiche del settore in Sardegna, un intervento del Governo Gentiloni. Ritengo poi che come Partito democratico, che governa a Cagliari come a Roma, dovremo mettere in campo un adeguata azione politica di sostegno e difesa dei lavoratori di H3G, Sky, Tiscali, Telecom e di tutte le altre aziende che operano in terra sarda e di rilancio del progetto della Sardegna come distretto dell’ICT e delle telecomunicazioni. Sollecito a proposito l’intervento di Giuseppe Luigi Cucca e di Matteo Renzi”.

Pierpaolo Vargiu, deputato per i Riformatori, ha firmato un’interrogazione urgente al Ministero del Lavoro e a quello dei Trasporti. “Il disastro occupazionale dell’area di Cagliari non può permettersi di perdere i 400 posti di lavoro del customer care di Wind Tre. Il paradosso più drammatico è che questa volta non saremmo di fronte ai licenziamenti di un’azienda in crisi, ma ad una deliberata scelta strategica di esternalizzazione di un colosso delle comunicazioni che funziona perfettamente e che ha un mercato in espansione. Sarebbe davvero una beffa se lo Stato, che esercita un’importante funzione da regolatore del settore, non intervenisse immediatamente per garantire certezza al know how e ai posti di lavoro dei dipendenti”.

Sostegno ai lavoratori anche da Salvatore Cicu, europarlamentare del Ppr: “Le ragioni dei lavoratori, il grido d’allarme delle loro famiglie devono essere tutelate da ogni forma di esternalizzazione occupazionale che ancora una volta compromette l’equilibrio sociale e occupazionale di un intero territorio, come quello di Cagliari e di tutta l’area metropolitana”. Cicu ha annunciato anche di portare il caso in Europa “affinché ci possa essere la massima attenzione su una vicenda determinante per il capitolo occupazione in Sardegna. La nostra Isola non può permettersi la perdita di ulteriori posti di lavoro. Serve un impegno responsabile del Governo regionale e del Governo nazionale, un’interlocuzione con le parti aziendali che salvaguardi i 400 posti di lavoro oggi a rischio, ristabilendo certezze che oggi vengono a mancare. Si sta compromettendo il futuro di padri, madri, figli e figlie, un’intera comunità che resta senza garanzie e senza prospettive di sostenibilità per i prossimi anni. Cagliari e l’area metropolitana dovrebbero investire sulla creazione di un polo tecnologico e sulla riqualificazione di tutti gli operatori del settore ITC, invece, per assurdo, ci troviamo a dover parlare di posti di lavoro a rischio. È inaccettabile. Dobbiamo frenare ogni pericolo di destabilizzazione occupazionale, giungendo subito ad una soluzione che ristabilisca certezze per chi oggi lavora”.

Francesca Mulas

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