Su circa 2.800 gare aggiudicate a imprese sarde fra il 2010 e luglio 2016, la quasi totalità è riferita a lavori realizzati o da realizzare in Sardegna: il 98 per cento in termini numerici e il 96 in termini di importo. Un recente monitoraggio della Cna sulle gare di lavori pubblici aggiudicati a imprese sarde nel sessennio mette in evidenza “la scarsa competitività delle imprese di costruzioni al di fuori dei confini dell’Isola”.
La ricerca Cna evidenzia anche un altro aspetto sui ribassi medi: “Per aggiudicarsi un lavoro da eseguire in Sardegna – si legge nello stesso report – le imprese isolane praticano uno sconto più basso (in media del 22% per lavori intorno ai 400mila euro) contro il 27 offerto per interventi infrastrutturali da eseguire fuori dalla Sardegna. In altre parole – sottolinea la Cna – le società di costruzione isolane sono disposte a praticare sconti maggiori per lavorare fuori regione, dove i contratti hanno un importo medio doppio (quasi 840 mila euro).
“Quello che emerge dalla nostra ricerca – spiegano Francesco Porcu e Mauro Zanda, rispettivamente segretario regionale della Cna e presidente di Cna Costruzioni – è che le imprese sarde oltre ad avere una grande difficoltà ad aggiudicarsi gli appalti più sostanziosi nell’Isola, non riescono neppure ad affacciarsi oltre il mare e a oltrepassare il mercato locale, seppure disposte a praticare ribassi superiori. È evidente, come sosteniamo da tempo, che per rilanciare il settore delle costruzioni e rendere più competitive le nostre imprese sono necessarie politiche industriali in grado di incentivare la crescita dimensionale e i processi aggregativi del sistema imprenditoriale. Per stare sul mercato occorre però che nostre le imprese imparino a fare rete”.