‘Economia del mare’, la provincia di Olbia Tempio al top in Italia

La provincia di Olbia Tempio tra le big dell’economia blu. E l’intera Sardegna tesoro da utilizzare forse ancora meglio, con duemila chilometri di coste, 1400 circa balneabili. E ancora: 76 per cento delle strutture ricettive nelle coste con 3251 unità su un totale di 4225. Più duecentomila posti letto, sei tra parchi nazionali e marine protette, 20 mila posti barca. In questo settore la Sardegna è vicecampione d’Italia con il 12 per cento dell’offerta ricettiva nautica. L’isola è preceduta dalla Liguria, ma sta davanti a Toscana, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Sono i numeri della Sardegna del mare, emersi oggi a Cagliari durante l’European Maritime day, convegno organizzato presso il comando della Marina militare da Altur ego, associazione culturale fondata da un gruppo di laureati in Economia e gestione dei servizi turistici dell’Università di Cagliari. Un focus intitolato emblematicamente “L’economia del mare e il turismo costiero e marittimo: segmenti emergenti, prospettive e opportunità di crescita in Sardegna”.

Prima isola in Italia e nel Mediterraneo per lunghezza di coste. Un’occasione di sviluppo – secondo quanto emerso dai lavori di oggi- che potrebbe essere utilizzata di più e meglio. Non solo turismo. L’economia del mare si fonda – è stato sottolineato dagli esperti- anche sui settori pesca, cantieristica, sport, trasporti merci e passeggeri, ricerca. Alloggio e ristorazione sono naturalmente le regine del mare. Non solo in termini di entrate, ma anche di occupazione. In Sardegna si può fare di più? Sì, perché – come ha sottolineato anche Carlo Marcetti, economista per le politiche del turismo e dei trasporti – lo sviluppo dell’economia del mare non è ancora uniformemente distribuita. Olbia Tempio è l’eccellenza: è tra i primi posti in Italia per peso e incidenza delle aziende dell’economia blu e nell’occupazione. Il problema? Economicamente parlando non tutta la Sardegna è Costa Smeralda. Ci sono, insomma, tante altre aree, bellissime, che potrebbero decollare. Ma ancora non ci riescono. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della European Maritime Day (Giornata Marittima Europea), nata nel 2008 dalle volontà congiunte di Consiglio Europeo, Parlamento Europeo e Commissione Europea, al fine di consolidare la consapevolezza dei cittadini europei sull’importanza del mare come risorsa.

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