Crolla il prezzo del grano, 200 aziende del nord Sardegna a rischio chiusura

Affossate dal crollo del prezzo del grano 200 aziende agricole del nord Sardegna rischiano di chiudere i battenti. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Sassari e Gallura che per voce del direttore, Ermanno Mazzetti, e analizzando i dati del mercato internazionale, chiede al Governo interventi che salvaguardino il comparto e le imprese locali. “Da troppi anni viviamo una situazione paradossale. Nonostante la quantità e la qualità del grano prodotto nelle nostre regioni, oltre il 50% del pane e della pasta sono realizzati con farine di grano coltivato all’estero, principalmente in Canada, Usa e nei Paesi dell’Europa dell’Est”, spiega Mazzetti.

“Il crollo del prezzo del grano dipende principalmente dalle quotazioni dei prodotti agricoli sul mercato internazionale e sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta. Le speculazioni finanziarie stanno mettendo in pericolo non solo la produzione di grano e la vita delle aziende agricole che lo coltivano ma anche un enorme fetta di territorio a rischio desertificazione. Solo nel nord Sardegna sono circa 200 le aziende che rischiano di vedere compromesso il proprio futuro”, conclude il dirigente di Coldiretti. Secondo il Dossier preparato dalla Coldiretti “La guerra del grano” le importazioni di grano duro e tenero in Italia sono in forte crescita (+14%), e il livello dei prezzi è diventato insostenibile, al di sotto dei costi di produzione: 16 centesimi per il grano tenero e 18 centesimi per il grano duro. A pagare il prezzo più salato di questa speculazione finanziaria sono le realtà imprenditoriali del sud Italia che da sempre guidano la classifica della produttività nazionale. E tra le regioni maggiormente colpite c’è anche la Sardegna che dedica alla coltivazione del grano oltre 40mila ettari di territorio. Solo nel territorio di Sassari e della Gallura, su duemila ettari di terreno le aziende cerealicole producono circa 200mila quintali di grano ogni anno.

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