Confcooperative contro il governo Renzi: “Riforma del credito dannosa”

Il decreto legge di riforma che istituisce la holding per le banche di credito cooperativo e la clausola del way out che permette a chi ha un patrimonio netto di oltre 200 milioni di trasformarsi in Spa pagando il 20% di
importa sostitutiva, rappresenta “un attacco al cuore della cooperazione”. Lo sostiene Confcooperative che questa mattina a Cagliari ha incontrato quattro dei 17 parlamentari sardi che hanno aderito all’invito fatto in ogni regione italiana: i senatori Emilio Floris (Fi) e Ignazio Angioni (Pd) e i deputati Paola Pinna e Siro Marrocu (Pd). Obiettivo è modificare il dl eliminando la deroga prima della conversione in legge, quindi entro il 15 aprile.

In effetti il decreto legge è in larga parte condiviso, ma nella sua formulazione finale ha presentato “sorprese come la clausola del way out“. Secondo Confcooperative si intaccherebbero le cosiddette riserve indivisibili, ossia la somma del 70% degli utili accumulati negli anni e che sono stati utilizzati solo per investimenti e crediti e che sono stati finora sempre esenti da imposta. Paolo Grignaschi, direttore di Fedecasse Lazio, Umbria e Sardegna Confcooperative ha spiegato che “snatura le banche cooperative, trasformandole in Spa, con il pagamento del 20% di imposta, che non è un’aliquota congrua, ma sembra un regalo fatto ai soci. Inoltre sono solo 14 le banche di credito cooperativo che hanno oltre i 200 milioni di patrimonio netto per complessivi 3,6 miliardi e nessuna di queste è al Sud, ma si trovano soprattutto in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia”.

In Sardegna la preoccupazione è doppia, perché le due piccole banche cooperative di Cagliari e Arborea rischierebbero di trovarsi in una grande capogruppo-holding, ma depotenziata e quindi in grossa difficoltà sul mercato bancario italiano. Anche per questo motivo, secondo Confcooperative, il way out potrebbe configurarsi come “aiuto di stato”. La Banca di Cagliari ha un patrimonio netto di 10 milioni, 2100 soci e 4500 clienti, mentre gli impegni nel territorio si attestano sui 90 milioni. La Banca di Arborea ha un patrimonio netto di 44 milioni con 10 mila soci e 620 clienti, mentre il credito immesso è pari a 180 milioni.

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