Colpo di mano di Cappellacci, approvato il Piano energetico. Ma nessuno lo sa

La Sardegna ha un nuovo Piano Energetico. È l’ultimo ‘regalo’della giunta Cappellacci, confezionato in silenzio il 5 febbraio scorso, a ridosso delle elezioni.

La terza azione programmata riguarda il metano. Il piano prevede infatti la realizzazione di nuovi impianti per lo stoccaggio e la rigassificazione del metano trasportato allo stato liquido dalle navi gasiere. “In questo modo, sarà possibile ridurre i costi energetici”, scrive in premessa Antonello Liori, assessore all’Industria uscente. Solo che, qualche pagina più avanti, i suoi stessi funzionari sostengono che “il metano non presenta allo stato attuale caratteristiche di economicità tali da renderlo competitivo rispetto alle fonti già utilizzate in Sardegna per la produzione di energia elettrica”.

Spazio, dunque, alle fonti fossili e alla combustione, i veri ingredienti forti della nuova ricetta energetica Nonostante “le emissioni di Co2 generate dal settore elettrico siano aumentate del 60% dal 1990 al 2011 (da 6,3 a 10 milioni di tonnellate)”, scrivono i curatori del nuovo Pears.

“Tale aumento – precisa il Pears – è in massima parte dovuto alla centrale Sarlux che, avendo priorità di dispacciamento, ha influenzato la distribuzione finale per fonte della produzione di energia elettrica”, causando dunque un aumento delle emissioni.
Non potevano poi mancare le “rinnovabili”, cui il Piano dedica ampio spazio, anche attraverso studi approfonditi volti a valutare il potenziale delle rinnovabili, che nel 2012 hanno coperto il 21,2% della produzione totale di energia in Sardegna. In questo caso, l’obiettivo è quello di coprire, esclusivamente attraverso le rinnovabili, una quota dei consumi totali pari al 17, 6 %. Ce lo chiedono l’Europa e l’Italia con il decreto Burden Sharing.

Il documento si apre dunque con una certa apprensione rispetto al raggiungimento di questo obiettivo: ed è proprio per arrivare alla fatidica soglia che si programma un più ampio ricorso alle rinnovabili. Si punta dunque sul biogas e sulle centrali a biomasse, su cui hanno già scommesso l’Enel e l’Eni, che salvo incidenti di percorso, sono pronte a piazzare complessivamente 100 Mwe tra Porto Torres e Cagliari, nell’area industriale di Macchiareddu. Nonostante dalle caldaie di questi impianti, adatte anche per l’incenerimento dei rifiuti, fuoriescano diossine, polveri ultrasottili e altre sostanze cancerogene, come messo in luce dalla ricerca scientifica.

Si dedica poi un approfondito studio alle risorse geotermiche, per lo sfruttamento delle quali le trivelle di numerose società sono pronte ad entrare in azione. Al momento, ricorda il piano, sono 14 richieste di autorizzazione presso l’assessorato all’Industria. In arrivo anche altre centinaia (500, per l’esattezza) di Mw di eolico. E non manca la programmazione di nuovi impianti fotovoltaici.

In pratica, si decide di installare nuova potenza per raggiungere la fatidica soglia del 17,6%. Ma andando avanti nella lettura del documento si scopre che questa soglia è già stata raggiunta. I funzionari dell’assessorato all’Industria non sarebbero potuti essere più chiari: la ricostruzione dei consumi finali lordi complessivi e i dati relativi al consumo di energia da fonte rinnovabile nel settore termico ed elettrico hanno permesso di verificare che la Regione Sardegna ha superato nel 2011 l’obiettivo definito dal Decreto Burden Sharing pari al 17,8%:

Insomma, il nuovo Piano Energetico punta sia sui fossili che sulle rinnovabili, quando invece avrebbe potuto scegliere di valorizzare le seconde (evitando quelle più impattanti sotto il profilo sanitario ed economico) e limitare il ricorso alle prime, inaugurando una vera e propria transizione. “D’altra parte, gli impianti che sfruttano le rinnovabili esistenti potrebbero già soddisfare i picchi di consumo giornalieri. Basterebbe collegarli agli impianti idroelettrici, peraltro sottoutilizzati, per eliminare il problema dell’interrompibilità presentato dal vento e dal sole. L’energia verrebbe così immagazzinata e usata all’occorrenza”, sostiene Vincenzo Migaleddu.

Piero Loi

 

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