È stato firmato lunedì l’accordo sindacale con Carrefour sul ricorso alla cassa integrazione. Non solo sono state smentite ampiamente le voci e gli strali di alcuni, circa il pericolo che i 305 dipendenti impiegati a Quartu e San Sperate perdessero il posto di lavoro, ma emerge che è l’unica azienda del settore, che ha concordato con i sindacati il ricorso alla cassa integrazione senza alcuna perdita di retribuzione. Infatti, l’accordo prevede che l’azienda, all’80 cento di cassa integrazione pagata dall’Inps, erogherà al dipendente un’integrazione economica a suo carico, fino al raggiungimento del 100 per cento della retribuzione. Non ci saranno perdite retributive sulla tredicesima e quattordicesima mensilità e del trattamento di fine rapporto. Viste le lungaggini dell’Inps sul pagamento della cassa integrazione vige la possibilità, a richiesta del lavoratore, di ottenere il pagamento anticipato dei ratei di tredicesima mensilità o l’erogazione di un prestito infruttifero.
Il ricorso alla cassa integrazione è stato chiesto dall’azienda per le perdite di fatturato e di clienti registrate in questo periodo, anche rispettivamente del – 50 per cento e – 81 per cento. Il divieto della vendita di alcune referenze, la chiusura dei centri commerciali e il blocco della mobilità per i clienti tra i comuni le cause maggiori. “Si tratta di un ottimo accordo – dichiara Cristiano Ardau, segretario generale della UiltuCs Sardegna – su cui il sindacato esprime soddisfazione, con diverse valenze sociali per i lavoratori Carrefour che nonostante le difficoltà del momento, le paure del contagio e il ricorso alla cassa integrazione, sono sostenuti con il ricorso ad un ammortizzatore realmente sociale.