La Sardegna non aggancia una piena ripresa economica. Lo dimostra un tasso di disoccupazione totale del 17,35% (11,90% in Italia), anche se si registra un miglioramento di circa un punto percentuale rispetto allo scorso
anno, effetto tuttavia della crescita esponenziale del numero di voucher (lavoro occasionale) venduti – dai due milioni e 159mila nel 2014 ai 3,8 milioni dello scorso anno – e di una lieve crescita del numero di operai di aziende private (0,86%). Sono i dati che emergono dal Bilancio sociale Inps 2015 presentato questa mattina dal direttore generale, Maurizio Emanuele Pizzicaroli, e da Elisabetta Perrier, presidente Comitato regionale Inps Sardegna.
Questo in linea col rapporto Svimez diffuso oggi (leggi qui), ma l’Inps considera comunque negativo l’aumento registrato.
Fra i lavoratori autonomi si registra un vero e proprio crollo del numero di artigiani (-1.331 rispetto al 2014), una diminuzione generale degli agricoli, con l’unica eccezione della provincia di Nuoro, e un aumento quasi dell’1% dei lavoratori domestici italiani. In merito al tasso di disoccupazione, il dg ha definito “drammatica” quella giovanile che si attesta al 56,42% con particolare riferimento a quella femminile (59,61%). Pizzicaroli ha anche evidenziato che “l’Inps continua ad essere il maggiore erogatore di prestazioni nell’Isola: facciamo questo con difficoltà, avendo perso il 10% del personale negli ultimi due anni”. Su una popolazione di 1,6 milioni, i pensionati sono quasi 580mila. Di questi il 55% sono uomini. Una nota positiva: “La diminuzione delle ore richieste di cassa integrazione di circa il 20%”. Anche se, ha aggiunto Perrier, “le tabelle documentano che gli ammortizzatori continuano a costituire l’unica fonte di sostentamento per moltissime famiglie sarde”.