Aumenta l’export delle imprese sarde. Ma c’è timore per i dazi Usa e la Brexit

Dati positivi per l’export delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna che, nei primi mesi del 2019, ha dato segnali positivi destinati a crescere. Con un giro d’affari di 283 milioni di euro e una crescita dell’11,8 per cento, rispetto all’anno precedente, la realtà isolana conferma un andamento positivo già registrato nei mesi precedenti, piazzandosi al terzo posto per crescita, nella classifica nazionale delle vendite all’estero guidata da Toscana e Molise.  I dati sono contenuti nel dossier elaborato dall’ufficio studi di Confartigianato Sardegna. È soprattutto il settore dell’agroalimentare a occupare la parte più corposa degli affari con un totale di 148 milioni di euro di prodotti esportati: di questi ventuno milioni sono per i vini, due milioni per la frutta e gli ortaggi conservati, quattro per l’olio e dodici milioni per le paste alimentari.

Più che incoraggianti i dati delle province con Cagliari è cresciuta del 17,9 per cento registrando 133,9 milioni di euro di export. In quella di Oristano (con un controvalore di 21,4 milioni) la crescita è stata del 25,6 per cento, a Sassari (71,5 milioni) del 10,9, nel Sud Sardegna (45 milioni) del 6,3 mentre è calata, in modo netto, a Nuoro con un -27,4 per cento, con 11,4 milioni di euro di prodotti venduti all’estero. “I dati della crescita dell’export delle micro, piccole e medie imprese della Sardegna – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato – dice tanto del lavoro fatto nell’Isola per portare avanti un cambio di mentalità e di prospettiva delle aziende sarde”.

Sull’immediato futuro pesano i dazi Usa: “Rilevazioni nazionali sul mercato americano negli ultimi tre mesi del 2019 – precisa Matzutzi – hanno già registrato un calo degli acquisti del dieci per cento, relativi a formaggi, insaccati, agrumi, succhi di frutta e molluschi. Ovviamente attendiamo di avere dati concreti anche sulla Sardegna per capirne di più anche se la preoccupazione per il commercio estero delle nostre imprese è molto alta. E abbiamo paura anche del contraccolpo che, a breve, potrà arrivare con l’avvio reale della Brexit“.

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