Associazione allevatori, i lavoratori Aras senza stipendio da due mesi

Sono senza stipendio da due mesi i lavoratori di Aras (Associazione regionale allevatori della Sardegna) che hanno deciso di scrivere all’assessore all’Agricoltura, Pier Luigi Caria e al direttore generale dell’agenzia Laore, Maria Ibba. La nota è firmata dai sindacati confederali di settore, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila.

“Dobbiamo ancora una volta denunciare – è scritto – l’ennesimo ritardo nella erogazione degli stipendi ai dipendenti dell’Aras, con conseguente rischio per la stabilità economica delle loro famiglie, sulle quali continua a pesare una non più sostenibile incertezza riguardo alla regolarità delle future retribuzioni. E questo nonostante gli impegni più volte assunti dai soggetti in indirizzo in merito alla regolarizzazione dei flussi economici tra Assessorato, Laore ed Aras, necessari a garantire il regolare svolgimento delle attività lavorative”.

I sindacati spiegano appunto che il ritardo nel pagamento degli stipendi non è una novità: “Da anni ormai i lavoratori Aras continuano a espletare i loro compiti anticipando le spese necessarie e svolgendo ulteriori attività che vengono loro richieste anche per conto di altri, quali ad esempio la consegna e guida alla compilazione dei ‘moduli di accreditamento per operatori del settore mangimi’ agli allevatori. Le organizzazioni sindacali ritengono incomprensibile ed inaccettabile che in tutti questi anni non si sia manifestata nei fatti una reale volontà di affrontare e risolvere, in maniera definitiva e stabile, le problematiche relative alla contabilizzazione dei flussi finanziari in questione. Si chiedono inoltre come sia possibile giustificare il fatto che non vi sia stata ad oggi l’erogazione della prima tranche relativa al Poa 2018 (Piano operativo ambientale) e l’erogazione dei saldi relativi alle annate 2014-2015-2016-2017, con conseguente cronico ricorso da parte di Aras ad ingenti fidi bancari e aggravio di spese per interessi passivi che costituiscono ulteriore spreco di denaro pubblico”.

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