Turismo, la denuncia di Federalberghi: “Nell’Isola cresce il sommerso”

Il sommerso turistico cresce anche in Sardegna, dove ad agosto 2016 risultavano disponibili su Airbnb 15.650 alloggi, di cui 12.065 riferiti ad interi appartamenti, 12.379 disponibili per più di sei mesi e 9.237 gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. È quanto emerge dal rapporto sul sommerso turistico realizzato da Federalberghi nazionale con la collaborazione tecnica di Incipit e Inside Airbnb e che smaschera, secondo l’associazione, le “quattro grandi bugie della cosiddetta sharing economy”. Dall’indagine emerge infatti che “la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno e quindi non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare. La maggior parte degli annunci – spiega una nota di Confcommercio – si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno ed è quindi falso che si tratta di attività occasionali. Anche l’affermazione che si tratti di forme integrative del reddito è da respingere visto che, da quanto emerge, sono attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi. Infine non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta: gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali”.

Nel report anche un focus, con tanto di mappa, su Cagliari, dove, nello stesso periodo dell’anno, risultavano attive 1.093 inserzioni (+9,2% da ottobre 2015) di cui 49,6% intere abitazioni, 49,9% stanze private, 0,5% stanze condivise, l’80,2% degli appartamenti risultano disponibili per più di sei mesi, mentre il 61,2% delle inserzioni è pubblicato da host che mettono in vendita più di un alloggio. Secondo Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegna, “ancora una volta i dati confermano che la mancata regolamentazione del settore extralberghiero crea una distorsione del mercato. E in una stagione positiva come questa purtroppo il contributo all’economia sarda del settore turistico viene in parte vanificato per il proliferare di un sistema che è tutto fuorché condivisione dell’ospitalità, ma serve solo a mascherare sacche di illegalità. Ancora maggiore importanza deve esser data alla nuova legge sul turismo: la Regione eviti di fare da sponda a questo fenomeno e definisca le regole del mercato turistico sardo senza equivoci all’interno del solco della legalità. Non perdiamo l’occasione per mettere a punto una legge adeguata ai tempi e che dia certezze agli operatori e garantisca i turisti”.

Airbnb ribatte all’attacco di Federalberghi che parlava di troppi affitti abusivi sul portale. “È frustrante – dice all’Ansa – anche se non del tutto sorprendente, vedere continuamente attacchi contro nuove forme di turismo che consentono ai cittadini di integrare il proprio reddito e di ampliare il numero di turisti nel nostro paese. Il tipico host di Airbnb in Italia guadagna 2.300 euro condividendo i propri spazi per 26 giorni all’anno. Lo scorso anno sono stati ospitati più di 3,6 milioni di viaggiatori, generando un impatto economico pari a 3,4 miliardi”.

 

 

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