Agnello Igp, intesa a dicembre sul prezzo equo (5,62 euro al chilo), ma è un “fallimento”

A dicembre 2022 era stato deciso il giusto costo di produzione per l’Agnello Igp per dare il giusto compenso ai pastori. L’accordo era scaturito in seguito alla firma di un protocollo d’intesa tra un’organizzazione di categoria agricola e una parte della grande distribuzione e del mondo della macellazione. Quella dell’Agnello Igp è stata la prima filiera ad applicare l’accordo che accoglie il decreto sulle Pratiche sleali, che attua la direttiva dell’Unione europea destinata a garantire una maggiore tutela per gli operatori del settore agricolo e alimentare. Ma l’intesa, secondo Confagricoltura, è stata un fallimento.

Tornando a dicembre, il prezzo era stato fissato a 5,62 euro al chilo. Lo aveva stabilito l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), nel report pubblicato a fine anno. Secondo le indicazioni del decreto sulle Pratiche sleali il prezzo dell’agnello di Sardegna Igp non sarebbe dovuto essere pagato sotto i costi di produzione stabiliti da Ismea, quindi non meno di 5,62euro (a peso vivo e Iva inclusa).

L’intesa aveva coinvolto anche i vertici del Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp, proponendosi ad allevatori e consumatori come strumento innovativo attraverso cui mettere finalmente in sicurezza il lavoro dei pastori con un giusto compenso per le attività svolte.

Da dicembre però, come segnala Confagricoltura, l’accordo non ha avuto i risultati attesi. I motivi principali, continua l’associazione di categoria, “sono sostanzialmente due: il primo riguarda il fatto che il protocollo interessava solo una piccolissima fetta delle aziende ovine sarde e il secondo, ben più determinante, che non erano state previste garanzie e forti contrappesi, affinché gli impegni assunti dalle parti fossero rispettati per tutta la campagna produttiva”. La stima è che a dicembre 2022, dei circa 300mila agnelli macellati, solo poche migliaia siano stati pagati ai pastori secondo il protocollo d’intesa. Esempi simili, sul recente andamento di mercato, arrivano inoltre dall’analisi di alcuni dati: dalla Sardegna stanno partendo da 2500 a 3000 agnelli a settimana con un prezzo che oscilla tra 2,8 e 3 euro al kg.

Alla luce di questa situazione, Confagricoltura Sardegna ha chiesto al Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp che le scelte consortili siano “concertate e condivise con l’organo direttivo, rappresentante del variegato mondo pastorale sardo, e con le diverse organizzazioni agricole. Il Consorzio di tutela è infatti la casa di tutti gli allevatori ovini della nostra Isola e non certamente di una sola associazione di categoria. Quello che sta accadendo in questi giorni, con un compenso corrisposto agli allevatori sotto il 50 per cento dei costi di produzione, dimostra chiaramente come la vertenza prezzo vada affrontata tutti insieme e per l’intera campagna produttiva: perché o vinciamo tutti o non vince nessuno”. La richiesta di Confagricoltura è quella di un chiarimento affinché si possa ripartire da “regole concertate e capaci di rafforzare l’azione di tutela e al contempo gli interessi dei pastori sardi”.

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