A Lollove gli Stati generali degli agriturismi, Coldiretti: “Settore in ottima salute”

Con 142mila presenze (più 20 per cento in un anno e più 50 per cento nell’ultimo decennio)) e 40mila arrivi (più 29,6 per cento in un anno e più 60 per cento nel decennio), il 2022 si è confermato anno dei record sul fronte agrituristico per la Sardegna in cui si sono raggiunti i numeri del 2019 (anno in assoluto migliore di sempre). È quanto emerge dall’elaborazione Coldiretti, su dati Istat, evidenziata oggi a Lollove durante l’incontro di Terranostra Sardegna, l’associazione di Coldiretti che rappresenta gli agriturismi. Un trend che certifica il buono stato di salute delle strutture isolane, confermate da un numero stabile nell’ultimo decennio e rafforzato dalla crescita degli alloggi del 6 per cento. Le statistiche in Sardegna mostrano anche che gli agriturismi sono sempre più aziende guidate dalle donne (una su tre) e dai giovani (l’età media di chi conduce gli agriturismi si attesta sotto i 50 anni).

A Lollove, nella struttura guidata da Simone Ciferni, presidente regionale Terranostra, si sono riuniti gli Stati generali del comparto isolano. All’appuntamento hanno preso parte, tra gli altri, la presidente nazionale Terranostra, Dominga Cotarella; il direttore Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli; il vicepresidente nazionale Terranostra, Diego Scaramuzza; il direttore Coldiretti Sardegna, Luca Saba; il direttivo Terranostra Sardegna e gli esponenti provinciali di Coldiretti, insieme agli agriturismi isolani. 

Numeri da record, dunque, per il movimento agrituristico sardo. Sempre i dati Istat elaborati da Coldiretti, dimostrano come nell’isola (nel 2022 ultimo anno di rilevamento), sono attive 777 aziende agrituristiche autorizzate, numero sostanzialmente immutato negli ultimi anni, con la Sardegna che rappresenta il 3 per cento dell’offerta nazionale. Sul totale delle aziende, l’81 per cento fa alloggio, il 72 per cento ristorazione, il 28 per cento altre attività connesse (come quelle sportive e culturali) e il 13 per cento fa attività di degustazione.  I posti letto del sistema sono 7,2mila con una media regionale di 11 posti ad azienda, ma anche 40,8mila posti a tavola (regione con una media aziendale di 72 posti, la più alta d’Italia). Tra gli altri dati dell’offerta spiccano le 407 piazzole di sosta.

In questo quadro confortante anche il movimento economico sardo degli agriturismi spicca. Sempre nel 2022 le attività connesse alla multifunzionalità agricola in Sardegna (in testa gli agriturismo) hanno generato 225 milioni di euro per quasi il 10 per cento del Pil agricolo regionale. Se a questi aggiungiamo anche i 326 milioni di euro prodotti dai servizi di supporto, queste attività in Sardegna incidono per oltre mezzo miliardo di euro. Stesso ottimismo se confrontiamo il settore agrituristico con quello turistico. Qui, proprio rispetto al settore turistico sardo che nel 2022 ha accolto 3,4 milioni di persone, quello extra alberghiero ne ha accolto 1,2 milioni di cui 40,7mila in agriturismo. Nell’ultimo decennio, poi, se il turismo sardo è cresciuto del 31 per cento quello degli agriturismo è andato a doppia velocità sfiorando il 60 per cento di crescita. Rispetto al 2019, in Sardegna, è stato generato il più 12 per cento di valore economico nella multifunzionalità.

All’appuntamento di Lollove è arrivato il messaggio della presidente Terranostra nazionale, Dominga Cotarella. “Gli agriturismi del sistema Terranostra di Coldiretti sono trainanti per il settore perché sono l’unica realtà che unisce e racconta il naturale intreccio tra agricoltura e turismo, con delle vere imprese fatte di imprenditori capaci”, sottolinea. “Se 1,5 milioni di persone a Pasqua scelgono gli agriturismi vuol dire che il nostro lavoro sta portando grandi risultati e le persone sempre più vogliono respirare le biodiversità e il cibo sano che i nostri imprenditori sanno esprimere nelle loro aziende – conclude – questo modo di fare impresa e agricoltura è protagonista e può avere un ruolo centrale per tutto il comparto turistico nazionale”.

“Gli agriturismi sardi sono sempre più sinonimo di identità grazie ai loro prodotti e al modo sempre più sostenibile di fare impresa di chi li guida. Questo spirito imprenditoriale dimostra la grande capacità che c’è nel settore di tenere uniti i valori di Coldiretti, grazie al racconto che viene fatto dei territori”, dice Luca Saba, direttore Coldiretti Sardegna. “Proprio gli agriturismi veicolano un’extra valorizzazione dell’identità culturale e del buon cibo – conclude – e se la Sardegna fatica doppiamente per connettersi al mondo vista la sua condizione di insularità, dall’altra esporta con grande forza l’orgoglio di questa identità e la capacità di fare impresa delle nostre aziende”. 

Anche per Carmelo Troccoli “Terranostra non è solo una associazione che rappresenta gli agriturismi ma porta al mondo l’identità dei suoi territori mettendo al centro i prodotti dell’agricoltura italiana – sostiene – stiamo portando avanti un lavoro complesso di interconnessione dei servizi offerti dagli agriturismi in Italia per offrire ai turisti prodotti sempre migliori – conclude – se riusciremo ad aumentare anche solo di un giorno la presenza delle persone che arrivano in Italia nelle aree rurali potremo cambiare l’economia delle nostre aziende rurali”.  Un passaggio nella giornata anche da parte di Diego Scaramuzza, vicepresidente nazionale Terranostra che ha illustrato le prossime novità in arrivo con i corsi per cuochi contadini in Italia. Si tratta di occasioni fondamentali nel percorso di formazione per i nostri giovani conduttori di agriturismo. Un modo ulteriore per offrire una struttura formativa in grado di far crescere i territori.

Secondo Francesco Fratto “i dati sugli agriturismi sardi certificano un comparto maturo dove il mercato ha già assestato l’offerta che rimane stabile nell’ultimo triennio – sottolinea – ora c’è bisogno di nuovi investimenti per garantire la competitività attraverso le reti territoriali integrate che mettono insieme gli agriturismi con tutti gli attori del territorio legati alle produzioni tipiche e ai modi di fruire in modo sostenibile le risorse del territorio con un impatto positivo anche su ambiente, sociale ed economica”.

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