A Castiadas il mirteto per distillati più esteso d’Europa: “Con Chervu imbottigliamo lo spirito della Sardegna”

di Ilenia Mura

“Otto ettari per 23mila piante di mirto a bacca nera con l’obiettivo di realizzare il mirteto più grande d’Europa”. Tempi? “Tenendo presente che abbiamo già cominciato, potremmo riuscirci per il 2025”. In soli 5, dal 2018, per primo e unico nell’Isola, ha dato il via alla produzione di una selezione di distillati di mirto, conquistando premi e menzioni speciali nei concorsi top del settore, a cominciare dall’Italy Food Awards. Ora, per Filippo Murru, imprenditore 45enne di Cagliari, è arrivato il momento di dare una svolta ad un’azienda, la sua, fondata con l’intento di creare un’impresa agricola multifunzionale che incarni un modello di economia sostenibile e circolare che punta sull’identità e la valorizzazione di un territorio con le sue preziose risorse paesaggistiche. Da qui il nome del marchio: Chervu. “Perché, racconta Murru, i cervi sono l’anima dei boschi di questa zona ed è sempre stato emozionante imbattersi nei loro grandi occhi scuri quando scendono a valle, fra le nostre campagne di Castiadas“.

L’azienda Chervu, a Castiadas, si trova ad un passo dalle meravigliose spiagge della costa sud orientale della Sardegna, fra Villasimius e Muravera, fra Cala Sinzias e Costa Rei. Protetta dai monti dell’oasi naturalistica dei Sette Fratelli, l’attuale piantagione di mirto (3400 piante che in questi anni hanno prodotto quasi 5mila bottiglie di distillato) sta per diventare la più estesa d’Europa. L’ultimo riconoscimento lo ha conquistato il distillato di Mirto Riserva (menzione speciale e Premio speciale “Innovazione e territorio” all’Italy Food Awards) decretandolo tra i migliori sullo scenario nazionale, ma anche come prodotto fortemente innovativo e legato al suo territorio di appartenenza.

Elisir di mirto&ginger Ale, frutta, twist di cetriolo e menta. Oppure: distillato di mirto red, limonata, lime e rosmarino. O ancora: distillato di mirto, grapefruit, lime e bacche di pepe rosa. Li chiamano Botanical spirits e stanno conquistando i palati dei più grandi intenditori di distillati. L’idea di non produrre liquore, bensì il distillato, pensando ad un prodotto più raffinato, gli è venuta studiando sui libri di agraria dove erano censite, almeno fino al 2005, 40 varietà di piante di mirto (fra bacca nera e bianca). “Ne abbiamo selezionato una che potesse avere la resa migliore per il nostro progetto”, spiega Murru, che ha intenzione di diversificare ulteriormente la produzione: “Niente dovrà essere perso, il nostro territorio, con la sua macchia mediterranea, offre numerose possibilità”. Non solo mirto, da bere: “Pensiamo anche al settore del beauty”. Mentre ora Murru strizza l’occhio a quello alberghiero 5 stelle: “Stiamo lavorando su una proposta di degustazione Masterclass tasting experience per i resort e hotel di lusso dell’Isola e non solo”.

Tutto è cominciato con le due varianti: “In purezza e blend, ossia miscelato”. Poi è stata la volta di Trilogy: “Lo spirito del mediterraneo, con la miscela dei distillati di mirto, lentisco e olivastro”. L’Elisir di mirto, il cosiddetto demi-sec, nasce dalla lavorazione cold compound: “Massima espressione del mirto in termini di proprietà organolettiche, ha un colore persistente rilasciato dalle bucce”. E ancora il “blended” con il suo bouquet aromatico persistente. Il distillato di mirto Riserva è quello più raffinato: “L’affinamento avviene in 12 mesi, fra cui 6 mesi in una barrique di rovere già utilizzata per un importante vino rosso riserva del sud Sardegna“.
L’alcol utilizzato è quello del Montalcino: “Da materiale vinoso, dunque di alta qualità”. La gradazione va dai 28 ai 42 gradi, con temperature di servizio che vanno dagli 8 ai 15. Le bottiglie “sono di vetro pregiato da 500 ml, serigrafate (fronte e retro) al platino e oro zecchino”.


I Premi: “Per due anni consecutivi, il 2020 ed il 2021, abbiamo vinto nella categoria “Liquori e Distillati” dei Sardinia Food Awards, nel 2021 anche il premio di miglior packaging, col patrocinio dell’assessorato regionale all’Agricoltura e del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali. Col distillato di mirto abbiamo ottenuto la massima valutazione di quattro stelle nella selezione Top 50 Spirits Italia di Spirito Autoctono edizione 2021, inserto speciale della Guida Vini Buoni d’Italia del Touring Club Italiano”. Murru continua: “La giuria di Spirito Autoctono ci ha considerato non solo un’eccellenza regionale, ma anche una delle 50 eccellenze italiane, motivando il premio con il lavoro nel segno della regione e del terroir di appartenenza, per un risultato in bottiglia di uno spirito tra i più equilibrati, fatto di sapori riconoscibili ed autentici, capace di raccontare al palato una storia concreta”. La rivista Gambero Rosso gli ha dedicato una menzione nella sezione “Il genio italiano”: “Tra i più interessanti nati negli ultimi anni c’è sicuramente il distillato di Mirto Chervu, ovviamente d’origine sarda – si legge nel mensile di gennaio 2022. E poi: “La stessa azienda sorprende anche con un altro distillato fuori dalle convenzioni, chiamato Trilogy, un blend di tre distillati, mirto, lentisco e olivastro. Decisamente tentativi interessanti di imbottigliare lo spirito di un’isola e della sua flora in un liquido”.

Ancora pochi mesi e la piantagione di mirto dell’azienda Chervu di Filippo Murru non sarà più un sogno: “Attraverso una tecnica di micropropagazione in vitro per talea, otterremo un importante risultato che ha dei notevoli vantaggi su sanità, qualità e uniformità. A dicembre metteremo tutte le piante a dimora”.

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