Il 60% delle aziende sarde è irregolare, boom del lavoro nero

Il 57,1% delle aziende sarde è irregolare, 1839 lavoratori in nero individuati in tutta la Sardegna (con un aumento sensibile nel Cagliaritano con 782 lavoratori non regolarizzati), il settore più colpito è l’agricoltura con un lavoratore in nero su ogni azienda controllata, seguito dal terziario, con un lavoratore in nero su ogni tre aziende, e l’edilizia con uno su cinque aziende. Sono alcuni dei dati forniti dalla Direzione territoriale del lavoro di Cagliari-Oristano, che stamani ha tracciato il bilancio di un anno di attività.

Complessivamente sono state effettuate 7282 ispezioni su tutto il tintorio regionale, di cui 3334 nel cagliaritano e sono state riscontrate irregolarità nel 57 per cento delle attività finite sotto i riflettori degli ispettori. In calo i contratti “non genuini” finalizzati a nascondere veri e propri rapporti di lavoro passati a livello regionale dai 254 casi del 2014 ai 167 dello scorso anno. Aumentano le violazioni in materia di riposi giornalieri e orari di lavoro: 733 in tutta la regione contro le 228 del 2014. E anche quelle in materia di diritti della lavoratrice madre e di pari opportunità: a Cagliari passate da 24 a 37 e a livello regionale da 28 a 48.

Aumenta il lavoro in nero – dato in controtendenza rispetto al resto d’Italia che ha registrato un meno 20% – nel 2014 i lavoratori non regolati erano 1684 in tutta la regione, lo scorso anno hanno raggiunto quota 1839. A Cagliari su 1366 lavoratori, 796 sono risultati in nero, pari al 60%. “Nei singoli uffici territoriali – ha spiegato il direttore Antonio Zoina – la percentuale risulta ancora più alta nei territori con tessuto economico più fragile”. Nella provincia di Oristano il tasso di lavoratori senza copertura assicurativa sale al 65% sul totale dei lavoratori.

Per quanto riguarda le sospensioni delle attività commerciali a seguito dei controlli effettuati da ispettori e in alcuni casi anche dai carabinieri del Nil, nel 2015 sono state 85 in tutta la Regione, di cui nella sola Cagliari 48. Il settore dei pubblici esercizi si conferma quello più a rischio sospensione con l’80 per cento dei provvedimenti scattati in tutta l’isola. Al secondo posto il settore edile con 14 provvedimenti, seguito dall’agricoltura con sei.

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