Un viaggio nell’arte di Manu Invisibile, ecco il documentario di Giorgia Ripa

Un viaggio nell’universo di Manu Invisible, lo street artist sardo ormai famoso in tutta Italia. Si tratta di un film intitolato ‘Scripta manent‘ girato dalla giovane regista milanese Giorgia Ripa (classe 1991) tra la fine del 2016 e il 2018, presentato a Cagliari alla Cineteca sarda il 2 agosto. La regista – interessata alla documentazione cinematografica dell’arte contemporanea – ha scelto di confrontarsi con la street art, un tema che, ha detto, “mi affascinava tantissimo. Desideravo conoscere e approfondire meglio questa modalità creativa”.

La sala di viale Trieste non è riuscita a contenere il pubblico accorso numeroso, forse anche per il “mistero” legato al personaggio. Manu Invisible, infatti, lavora e si presenta in pubblico con il viso coperto da un maschera che ricorda da una parte le tradizionali maschere del carnevale isolano, dall’altra quelle degli eroi dei vecchi cartoni animati giapponesi. L’artista, inoltre, non parla in pubblico e così è stato dopo la proiezione del documentario, quando ha voluto affiancare la regista che, in maniera bizzarra, rispondeva, per interposta persona, alle domande e curiosità che lo riguardavano.

Grazie alla visione del film però è possibile carpire qualche segreto sull’artista. Non potendo servirsi delle parole del suo protagonista, la regista ha intervistato chi lo conosce bene: gli amici, i colleghi pittori, che spiegano come un ragazzino di San Sperate, ancora minorenne e con la paura di essere scoperto dal padre, sia diventato piano piano un artista consapevole delle sue possibilità, della sua creatività originale. L’amico street artist Newtone ha raccontato della sua esperienza da cameriere, Crisa ne ha sottolineato il coraggio, l’abilità, compresa quella di scalare un muro scosceso (“sembrava una lucertola”) inseguito dalla polizia chiamata da qualcuno a cui evidentemente non andava a genio la performance pittorica notturna. Frode, artista milanese e avvocato, ha evidenziato come l’assoluzione dello street artist dall’accusa di vandalismo abbia fatto giurisprudenza e segnato una concezione finalmente adeguata ai tempi per chi si dedica a questa modalità espressiva.

‘Scripta manent’ non è solo un documentario: è un documento della creatività in divenire di un artista. Ripa ha seguito Manu Invisible mentre realizzava i suoi “pezzi”, sottolineandone tecnica, impegno, fatica. Lo spettatore rimane colpito da questo lavoro notturno, gravoso, realizzato in luoghi complessi come i cavalcavia, sempre in tensione. Può capitare infatti di essere interrotti dalla polizia o da altri problemi pratici e metereologici. Al termine di riprese quasi clandestine, al buio, ecco il risultato: parole colorate, a volte trascurate nella quotidianità.  Come “Dedizione“, l’ultima parola che giganteggia alla fine del film. La regista è riuscita a mettere in evidenza, attraverso un pedinamento per immagini, una passione espressiva da affermare a ogni costo, nell’eredità del muralismo con cui, anche inconsciamente, Manu Invisible ha dovuto confrontarsi nel suo paese d’origine. ‘Scripta manent’ è stato realizzato anche grazie a un crowdfunding; Giorgia Ripa ha anche curato il montaggio, mentre le musiche sono state firmate da Federico Davide Curreli.

Elisabetta Randaccio

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