Un nuovo spazio culturale a Cagliari. Cultina, l’arte è nel cuore di Villanova

di Andrea Tramonte

Lo spazio vuole essere un luogo accogliente, che dà ristoro e aiuta le “cose” a crescere. Una missione resa esplicita a partire dal nome scelto: Cultina è un termine sardo che indica l’ombra sotto un albero e consente al pastore di riposare, proteggendosi dalla calura del mattino. “Lo intendiamo come un luogo che ti ospita e rigenera – raccontano Fiammetta Pani e Ilaria Pisanu, entrambe 27 anni, curatrici d’arte e imprenditrici cagliaritane -. Poi quella parola richiama “cultura”, il termine inglese cult. Sa anche di culla, qualcosa che ti accoglie in fasce e poi – una volta cresciuto – ti consente di uscire quando sei pronto a lasciare il nido”. Cultina è un nuovo spazio culturale aperto in via Gardini, nel cuore di Villanova a Cagliari. Luogo di produzione artistica, di lavoro condiviso e di socializzazione che ha l’ambizione anche di essere spazio espositivo per mostre temporanee e sala dove ospitare performance di arte contemporanea e di musica sperimentale.

Le due imprenditrici, entrambe giovanissime, hanno deciso di aprirlo una volta tornate nell’Isola dopo un percorso formativo in “continente”. Ilaria ha studiato architettura e poi arti visive a Venezia. Fiammetta invece conservazione dei beni culturali a Ravenna e poi comunicazione espositiva all’Accademia di Brera. Entrambe non sapevano bene “dove sbattere la testa” e si incontrano a Campidarte, un altro spazio culturale nelle campagne di Ussana creato all’interno di quattro capannoni proprietà di un’azienda agricola. Collaborano con il titolare, il designer Giorgio Deplano, e iniziano a ragionare sull’idea di fare qualcosa insieme. “Abbiamo deciso di inventarci un progetto da portare avanti a Cagliari – spiegano -, anche perché in Sardegna ci sono pochi musei e fare una carriera nel mondo dell’arte è difficile. Inizialmente abbiamo pensato a uno spazio espositivo, poi ci siamo rese conto che principalmente mancano luoghi dove si produca effettivamente arte”. Così nasce l’idea di un centro dove si lavora e si produce, dedicato ad architettura, arte, disegno, incisione, stampa. “Uno spazio dove lavorare in modo condiviso, con la speranza che possano nascere progetti interessanti”.

Cultina ha una sala ampia dove sono sistemati dei tavoli da lavoro, una specie di coworking dedicato ai lavori condivisi e a chi lavora nel digitale. Poi sono presenti anche dei tavoli regolabili per chi lavora in modo più dinamico – chi progetta e disegna, ad esempio – e poi un laboratorio dedicato a stampa artigianale, legatoria e fotografia. “Questo sarà curato da Alberto Marci e sarà a disposizione di chiunque voglia imparare – spiegano Ilaria e Fiammetta -: siamo appassionate di editoria indipendente e abbiamo previsto una sezione dedicata a questo. Poi avremo anche il lab digitale, con la miglior tavoletta grafica presente sul mercato, che consente sia di disegnare sia, eventualmente, di montare video”.

Gli eventi culturali saranno una costante – se la pandemia lo consentirà – già a partire dall’autunno: mostre temporanee che ruoteranno costantemente, talk, chiacchierate informali, workshop. “Ci piacerebbe creare anche una borsa di studio dedicata ai ragazzi del Liceo artistico, in modo di consentir loro di passare del tempo qui, produrre e respirare un’aria dinamica a contatto con persone del settore”, raccontano le imprenditrici. Le ragazze hanno vinto un finanziamento col bando di Resto al Sud e hanno lanciato una campagna di crowdfunding coinvolgendo amici del settore creativo sardo: da Mauro Ballette di Studio Vertice che ha creato delle borse cucite a mano con pattern dell’illustratrice Carol Rollo, ai taccuini rilegati da Alberto Marci con disegni di Canaria e una storia scritta da Andrea Piano. E ancora: una lampada-fioriera progettata da Giorgio Deplano, gli adesivi disegnati da Subtitle, le t-shirt in cotone biologico e stampa serigrafica prodotte dalla fashion designer Alessandra Curreli con illustrazioni del Carbonauta. E poi: lavori de La Fille Bertha e della designer Valeria Simula, in arte Gusho

Cultina ha inaugurato in occasione di Open studios, con l’apertura al pubblico di una serie di studi cagliaritani, e ha proposto mostre, performance e un allestimento particolare. “Abbiamo trasformato lo spazio prendendo ispirazione dal Mercato di San Benedetto – spiegano – creando finti banconi attraverso materiale di riciclo, insieme al collettivo Konkezuma“. Il pubblico ha potuto visitare due mostre di fotografia – con i progetti editoriali di Transhumanza e Contatto – e assistere a performance musicali, da Dalila Kayros fino a Roberto Follesa e Rizoma. “A Cagliari c’è un terreno molto fertile per l’arte e la cultura in generale – ragionano Ilaria e Fiammetta -. Tante persone hanno voglia di fare e conoscerci. Ci piacerebbe lavorare bene in città ma aprirci anche in ambito nazionale e internazionale, con delle residenze. Portare qui artisti che vengono da altri luoghi e creare uno scambio”.

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