Tra pop ed elettronica, il primo album di Mazulco: “Racconto l’essere donna in un mondo maschile”

Andrea Tramonte

Il suo percorso artistico inizia con l’illustrazione e un progetto – Sadzylla – che nel giro di pochi anni è riuscito a raggiungere un pubblico molto ampio, con una pagina Instagram da 117mila follower. Ma la prima, vera passione di Giulia Corona – artista 25enne cagliaritana – è la musica. “Il caso ha voluto che con le illustrazioni diventassi più nota in minor tempo – racconta a Sardinia Post -, in particolare a partire dal periodo della pandemia. Ma suonavo già alle superiori, certo non troppo assiduamente e non in modo professionale. Fino a tre anni fa, quando ho conosciuto un gruppo di ragazzi, il mio produttore Il Pink Alessandro Lecis – e i musicisti Marco Melis e Alessio Murru, con cui ho iniziato a suonare live e a produrre le mie prime tracce. Avevo già collaborato con altre persone ma solo con loro ho trovato la chimica che serve tra chi scrive le canzoni e chi suona e si occupa della produzione”.

Lei scrive i testi, canta, cura le melodie, loro aiutano negli arrangiamenti e nei suoni. A fine maggio uscirà il suo primo album – col nome d’arte di Mazulco – e segue alcune direzioni diverse, pur nel tentativo di mantenere una coerenza di massima tra le tracce. Ci sono le canzoni più spensierate e leggere e anche ballabili, quelle più cantautorali, e poi aperture sperimentali dove i testi diventano quasi dei monologhi recitati, dei reading più introspettivi. “Cerchiamo di fondere una scrittura che non sia banale, che racconti una storia, abbia un senso, con il desiderio di fare musica che possa anche far ballare, che – specie dal vivo – crei una atmosfera festaiola, di comunità e di danza. Mi piace molto l’idea di avere un disco che trasmetta diverse emozioni, dalle canzoni da ascoltare in macchina quando si va al mare a quelle più ballerine e a quelle più introspettive. Abbiamo il desiderio di sperimentare senza però creare un progetto troppo complesso”.

La cura dei testi è molto importante per Mazulco, anche considerando l’amore verso le parole che emerge fin dalle sue illustrazioni. “Ci sono tematiche relazionali, che è difficile trattare in modo inedito a meno che non sei sincero fino in fondo – racconta -. Poi certo, l’avere 20 anni, essere una donna e in particolare una donna che si interfaccia in un mondo maschile”. C’è una ricerca personale di una forma di spiritualità non ortodossa, aperta al “mondo magico e all’esoterico”, una specie di ricerca del sacro e del mistero per l’esponente di una generazione – come dice lei – “che ha perso il contatto con la fede e che forse ha bisogno di cercarla in altri modi”. “Questa forma di spiritualità forse deriva anche dal fatto che alcune mie antenate erano bruxie e questo mi ha sempre molto affascinato, dandomi l’accesso a una chiave di lettura diversa della realtà”. E ancora: “Mi piace raccontare sentimenti portati allo stremo. Rabbia, desiderio di vendetta: li estremizzo come se fossero parte di una recita. Sono sentimenti storicamente negati alle donne. L’unico sentimento che è consentito alla donna è la tristezza, mentre quella che esprime rabbia è vissuta come problematica. Mi piace rendere quell’effetto di esagerazione alla Medea”.

L’album uscirà da indipendenti, con lo sforzo di una ragazza e alcuni ragazzi che hanno messo su un collettivo e cercano di portare avanti la loro idea artistica senza mediazioni. E intanto lei continua a dare sfogo alla sua creatività in più direzioni. “Mi piace però che i vari percorsi rimangano separati – spiega -. Certo ci sono dei collegamenti e alcuni temi tornano. Ma preferisco tenerli distinti perché così mi sento più libera di esplorare. Questo mi consente di prendermi una pausa da un ambito, se sono stanca o voglio concentrarmi di più sull’altro. La creatività fluisce ed esce da una parte o dall’altra. È qualcosa che arricchisce e mi aiuta ad alimentare tutto”. 

Andrea Tramonte

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