Tahar Ben Jelloun a Cagliari per ‘Leggendo metropolitano’

Tahar Ben Jelloun approda a Cagliari. Il grande scrittore marocchino, francese d’adozione, torna nel capoluogo sardo dopo tre anni e lo fa sempre su iniziativa del festival internazionale di letteratura Leggendo Metropolitano, che organizza l’incontro nell’ambito del progetto Thalassaki, curato in collaborazione con la rete Riflessos (Compagnia teatrale Çajka e Cinema Odissea – Spazio 2001) e inserito nella programmazione di Cagliari capitale Italiana della Cultura 2015. L’appuntamento, che rientra nella rassegna delineata da Leggendo Metropolitano, intitolata Trame del Piccolo Mare, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari, è fissato per venerdì 6 novembre, alle 21.15, nell’Aula Magna della Facoltà di Ingegneria (via Marengo 2).

Mediterraneo, un mare senza pace. Questo il titolo più che mai ‘caldo’ scelto per l’incontro con Ben Jelloun. Che, in un faccia a faccia con il giornalista Ottavio Olita (l’interprete sarà Milena Finazzi), parlerà del suo ultimo libro Racconti coranici, licenziato pochi giorni fa da Bompiani con la traduzione di Annamaria Lorusso. Ma non solo. L’autore di Creatura di sabbia e de Il razzismo spiegato a mia figlia, giusto per citare due dei suoi tanti best seller, si soffermerà a parlare del Mediterraneo, delle sue peculiarità e dei suoi “malanni”, grandi temi di scottante attualità.

Dalla Rivoluzione dei gelsomini (titolo di un altro suo libro di successo) ai giorni d’oggi, lo scrittore magrebino, uno dei simboli del dialogo tra religioni e culture diverse, a Cagliari rifletterà e dialogherà sul mondo arabo, parlando delle radici, dell’emigrazione, delle differenze, del razzismo, delle Primavere Arabe, di quanto sta accadendo in Egitto, in Siria e nei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo (“Il Mediterraneo è stato definito anche un lago di pace – ha detto – ma purtroppo il lago è diventato un lager, cui appartiene il nome di guerra civile… in Libano, nella ex Jugoslavia e in Medio Oriente…”). E ancora, parlerà delle religioni, dell’Islam e della necessità di favorire un reale e costruttivo dialogo di civiltà e soprattutto di ciò che unisce, avvicina e porta alla condivisione.

Dopo il successo di È questo l’Islam che fa paura (2015), Ben Jelloun in “Racconti coranici” torna a trattare del dialogo tra culture diverse. Tre racconti sulla religione, sulla sua importanza e i suoi principi etici. Tre storie di grandi uomini che sono anche tre storie di fede. Le vicende di chi ha combattuto per difendere il proprio credo in un Dio unico (sia questi il Dio cristiano, ebraico o musulmano), accettando di essere presi per pazzi e di essere perseguitati dal proprio popolo. Tahar Ben Jelloun riporta a epoche e luoghi lontani – ai confini della leggenda – per parlare di Giustizia, Fede, Rispetto. Contro il materialismo e il politeismo, la superficialità e le ingiustizie sociali, di allora e di sempre.

 

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