Sì, peccato per chi non c’era. Peccato davvero, perché ieri sera, a Cagliari, il 31enne Seun Kuti ha fatto uno di quei concerti che ti lasciano il segno addosso, e che in qualunque altro angolo d’Europa avrebbe riempito platee e sfiancato il pubblico a colpi di funk, jazz, salsa, reggae e musica afro-beat. In qualunque altro angolo d’Europa, appunto. Non qui.
Seun Kuti è uno di quei giovani africani cresciuto a pane e musica, e che a 14 anni ha preso in mano la band del vecchio padre Fela, e ha iniziato a pestare giù duro ancor più del “Black President”, il più importante artista nigeriano e attivista socio-politico del secolo.
Fisico da ballerino (anche se lo raccontano come un vero asso del pallone), estro da vendere e litri di sudore in scena, Seun -portato a Cagliari da Palmas per l’European Jazz Expo’- è salito sul rinnovato palco di S’Arena con una band di oltre dieci elementi, in gran parte musicisti della “Egypt 80”, gente con la quale non si scherza: molti di loro sono stati in carcere oppure perseguitati a causa delle idee antigovernative del vecchio leader.
Un live di quasi due ore, intervallato da messaggi nemmeno poi troppo velati contro la politica, il consumismo, la stampa asservita al potere e che ha fatto scatenare appena sotto il palco un centinaio di fan cagliaritani. Uno sparuto gruppo di temerari che ha deciso di spendere 23 euro e godersi uno spettacolo che rimarrà tra i più vibranti dell’estate 2014. (donat. perc.)
GALLERIA FOTOGRAFICA DI ALESSANDRA CADEDDU