Residenze d’artista internazionali nel borgo degli agrumi: il progetto Nocefresca

Laura Fois

Un piccolo borgo fatto in pietra, un gioiello incastonato tra gli agrumi, appena fuori dalla 131, l’unica parvenza di autostrada nell’Isola. A Milis (Oristano) dal 2021 ha dimora un progetto che ha un respiro artistico internazionale, profondamente radicato nel territorio. La mente è Francesca Sassu, manager culturale diventata imprenditrice con la startup Nocefresca. Dopo aver maturato diverse esperienze nell’ambito dell’ideazione e realizzazione di progetti artistici e culturali per conto di privati, imprese e pubbliche amministrazioni, la 40enne originaria di Cagliari ha avviato un progetto imprenditoriale, mirato in primis ad accogliere residenze artistiche nelle comunità rurali della Sardegna.

Francesca Sassu.

Nocefresca si esprime negli spazi di Casa Bagnolo a Milis, una delle prime costruzioni del borgo, caratterizzato da un uso molto fine del basalto. Una tipica casa a corte, curata nei dettagli, subito accogliente. Casa Beniamino Bagnolo tiene ancora il nome dell’ingegnere che fece tanto per il paese: lì dentro l’associazione culturale Pepe Bianco divide lo spazio con Nocefresca. Questo luogo è un punto di contatto con la comunità locale e un luogo di lavoro e di studio per gli artisti che arrivano da ogni parte del mondo. “Le residenze artistiche durano da 1 a 3 mesi, mentre quest’anno abbiamo lanciato anche un servizio per chi vuole trascorrere soggiorni brevi e disporre di piccoli periodi di ricerca – spiega la Sassu -. Funziona molto il passaparola, spesso gli artisti vogliono tornare mentre i nuovi ci trovano sui nostri canali o su varie piattaforme di residenze artistiche. Su di loro cuciamo su misure varie esperienze e attività extra, per esempio l’altro giorno hanno incontrato un apicoltore a Seneghe e partecipato a un’esperienza olfattiva con un’esperta di aromaterapia di Narbolia. Il tema di quest’anno è la via degli agrumi. Ogni mese c’è un agrume protagonista: ad aprile è successo con il cedro, l’agrume più antico. Invece, dopo ogni mese di residenza organizziamo un evento dove gli artisti incontrano la comunità ma anche le persone che vivono negli altri paesi vicini, anche molti stranieri che si sono trasferiti, stregati dall’Isola”.

Insieme a Francesca lavora Manuela Mirai, artista di Narbolia che vive a Milis facendo da community manager dello spazio e persona di riferimento per gli artisti. Il filo conduttore che lega il progetto e gli artisti è la natura. Cynthia McCollum arriva dal Connecticut (Usa), è una pittrice multidisciplinare. Nel suo studio di Milis sta lavorando a un’opera sugli uccelli che ha sentito cinguettare in varie parti dell’Isola. Usa un’app per registrare i loro suoni in determinati giorni e orari e capire di che specie sono. Durante la pandemia, ogni giorno la prima cosa che faceva era guardare fuori dalla finestra e osservare gli uccelli. “Mi occupo anche di altri animali a rischio estinzione – spiega l’artista -. In Sardegna sto riuscendo a connettermi pienamente con la natura”.

Brandon Thompson, videomaker americano (dal Colorado) arriva nel suo spazio dopo una corsa rigenerante e mentre addenta due formaggelle, le sue “cookies” preferite. A Milis è arrivato quasi per caso: vuole finire un romanzo ispirato alla figura di un antropologo americano che aveva seguito la guerra in Vietnam nel periodo della Guerra Fredda, privilegiando il punto di vista della popolazione vietnamita. “Un amico di mio padre partecipò al conflitto. non c’era altra scelta visto l’obbligo di leva – racconta -. In Sardegna mi piace questo focus così attento e naturale sulle comunità: sono luoghi in cui lo smartphone non è ancora entrato nella testa e nelle mani delle persone”, son venuto qui random. C’è ancora una forma di autenticità, di resistenza”.

Gemma O’Brien viene invece dall’Australia. Artista, illustratrice conosciuta per le sue installazioni dove esplode il lettering (opere esposte perfino a Times Square, New York), quando non lavora per i brand, esplora come le persone interagiscono nella natura e con il linguaggio. Sta preparando un murale a Milis e un altro a Narbolia. Piccolo spoiler: userà delle lettere in campidanese e in logudorese. Nel suo spazio creativo ci sono libri sulla Sardegna e di Grazia Deledda. “Quest’Isola ha qualcosa – dice la trentenne artista -. Mi ha ispirato una frase del libro Canne al vento:  il sorriso delle stelle ai fiori e il sorriso dei fiori alle stelle”.

Ma c’è anche la fotoreporter impegnata Gabriella Wyke, che nel suo paese (Trinità e Tobago) ha realizzato un servizio fotografico sulle donne vittime di violenza sessuale. Sono artisti che si calano totalmente nella realtà di paesi distanti dai maggiori centri e che invece diventano essi stessi dei punti di riferimento: luoghi apparentemente abbandonati a se stessi e poco gettonati che invece sanno aprirsi e parlare al mondo con un linguaggio universale: l’arte. Grazie a progetti culturali come Nocefresca.

Laura Fois

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