Libri, Gesuino Némus in tour per il festival Èntula con ‘Ora pro loco’

Prosegue il tour letterario di Gesuino Némus che – nell’ambito della quinta edizione di Éntula, il festival letterario diffuso dell’associazione Lìberos – presenta il suo ultimo romanzo “Ora pro loco” (Elliot). Da mercoledì 9 a venerdì 11 agosto il Premio Campiello Opera Prima sarà a Porto San Paolo, Porto Torres e Valledoria. Un nuovo mistero ambientato nel paesino sardo di Telévras, uscito dalla penna dell’imprevedibile autore de “La teologia del cinghiale”. Un giallo ironico che è anche una spietata riflessione sulle logiche dello spopolamento, dell’assistenzialismo e dello sfruttamento del territorio in nome del lavoro.

Mercoledì 9 agosto Némus sarà a Porto San Paolo, alla Libreria Oltre il Mare, alle 21.30 con Mario Borghi. Giovedì 10 agosto alla Libreria Koinè di Porto Torres alle 21, con Nello Rubattu. Venerdì 11 agosto a Valledoria, Imbarcadero Foce del Coghinas, alle 20, ancora con Nello Rubattu.

Ora pro loco (Elliot). Uno strano incidente d’auto, un poliziotto un “po’ sopra le righe” che indaga, un ragioniere trafficone con una proposta interessante in grado di risollevare le sorti di un territorio, ci riportano a Telévras, enclave a sé stante in un territorio tra i più poveri del pianeta. I turisti lì non arrivano. Occorre inventarsi qualcosa, per fare in modo che cessino lo spopolamento e il decremento demografico. Ormai, i giovani, non attendono più neanche la maggiore età pur di scappare via. È una Telévras contemporanea, quella dove si svolgono i fatti, ma gli abitanti, i loro comportamenti e le loro aspirazioni, non sembrano adeguarsi ai tempi. Una galleria di nuovi personaggi, da Donamìnu Stracciu, poeta “apolide e apocrifo”, a Titina Inganìa, “catechista di professione” e Michelangelo Ambéssi, l’uomo per cui tutto ciò che supera il metro e sessanta è da guardare con sospetto, sono i protagonisti di questa vicenda che sembra passare quasi inosservata anche nelle cronache locali. Ma, in una fredda mattina d’inverno, arriva a Telévras, Marzio Boccinu, un ispettore “esaurito”; la realtà supererà, come sempre, ogni fantasia…

Gesuino Némus. pseudonimo di Matteo Locci, esordiente a 58 anni con “La teologia del cinghiale” (Elliot, 2015), con cui ha vinto il premio “Opera prima” della 54esima edizione del Campiello. Migrante fin da ragazzo, ha fatto decine di mestieri, dai più umili a quelli più gratificanti, in un percorso che l’ha portato, finalmente, a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Attualmente vive a Milano.

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