Le opere del progetto ‘ArtiJanus/ArtiJanas’ in mostra a Milano

I prototipi nati dalla collaborazione tra l’artigiana, Elena Mulas di Urzulei e il designer, Gianni Cinti per il settore tessile, e tra l’artigiano, Walter Usai di Assemini e la designer, Sonia Pedrazzini per il settore della ceramica, saranno esposti alla Milano Design Week che si terrà dal 18 al 23 aprile.

ArtiJanus/ArtiJanas, il progetto sperimentale di cultura del design e dell’artigianato promosso e sostenuto dalla Fondazione di Sardegna, con la direzione scientifica e artistica di Triennale Milano e in partnership con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, esporrà, nell’ambito della settima edizione di “Doppia Firma”, il progetto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte sviluppato con Living di Corriere della Sera e presentato da Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, i pezzi unici disegnati e realizzati dai designer Cinti e Pedrazzini con, rispettivamente, l’azienda Artessile di Elena Mulas di Urzulei e l’azienda di ceramiche Walter Usai di Assemini, per i settori “tessitura” e “ceramica”. Lunedì 17 aprile si terrà l’evento inaugurale di apertura proprio nella suggestiva cornice di Palazzo Litta a Milano.

Le esperienze collaborative tra Gianni Cinti ed Elena Mulas e quella tra Sonia Pedrazzini e Walter Usai, che per la sezione artigianato artistico/design contemporaneo hanno avuto come curatori, Roberta Morittu e Alberto Cavalli, sono durate quasi due mesi e hanno indagato il tema del “Ludico”, proposto quale filo conduttore della settima edizione di “Doppia Firma”, un invito ad apprezzare e ricercare sempre la straordinaria libertà di poter scegliere e creare per ritrovare la felicità del fare.

Per il settore della ceramica troviamo Genius Ludi, della designer Sonia Pedrazzini e dell’artigiano Walter UsaiÈ un’opera composta da una serie di cavallini in argilla smaltati con smalto opaco realizzati con lavorazione al tornio con inserti lavorati a lastra e trafila e smaltatura a secondo fuoco. L’opera dimostra come la progettazione creativa e culturalmente consapevole rivitalizzi l’autenticità dei luoghi espressa nel saper fare artigiano contemporaneo. Da sempre nella produzione ceramica di Assemini si usava, e si usa, lavorare l’argilla al tornio. Secondo un’usanza che risale probabilmente alla fine dell’800 era frequente posizionare sui tetti delle case, con significato benaugurale e di protezione, una piccola scultura a forma di cavallino, con il corpo cavo, tondo e allungato e un cavaliere in sella.

La designer e il ceramista hanno voluto reinterpretare e rendere contemporaneo questo oggetto “inutile” e giocoso, ma anche chiara espressione del genius loci di una comunità strettamente legata all’arte ceramica. Stilizzando il più possibile le forme del cavallo – spiega Sonia Pedrazzini – esasperando il contrasto tra forme geometriche piene e tonde ed elementi più spigolosi e piatti – citazioni e rimandi all’arte cubista e futurista – e giocando sui colori e sugli elementi mobili (i cavalieri: donnina e omino), ho pensato che si poteva creare un oggetto d’arredo contemporaneo che fosse divertente e spensierato, e al contempo profondamente simbolico e rappresentativo dell’identità culturale del territorio a cui appartiene.

Per il settore tessile troviamo Re-Frame, del designer Gianni Cinti e dell’artigiana Elena Mulas. È un’opera composta da una coppia di arazzi quadrati da parete in lana sarda con inserti di ciniglia, cordoncini in raso, tessuto damascato, seta georgette, realizzata con la tecnica della tessitura manuale “a pibiones” su telaio orizzontale semi meccanico. Montati su telaio in legno, sono stati pensati per essere accostati sulla parete a formare una sorta di grande canvas materico di 3 metri per 1,5. La lavorazione “a pibiones”, il classico punto a grani della tradizione sarda, è stata elaborata con ferri di diversa grossezza per un risultato meno regolare e preciso, ma molto materico, pittorico e contemporaneo. 

La mia idea nasce nel rispetto della tradizione e delle lavorazioni di Elena Mulas e da un approccio strettamente legato al progetto e alle sue dinamiche in una visione del tutto personale del ‘ludico’, nell’assunto che non esiste gioco senza regole, e che a queste non è possibile trasgredire se prima non vengono conosciute, interiorizzate e quindi riconsiderate. È così che, in comunione con Elena, ho deciso di creare degli arazzi da parete non convenzionali”, spiega Cinti. La scelta di sperimentare nuove materie, intrecciando la lana grezza sarda a fili e materiali insoliti, ha dato vita a texture nuove e tridimensionali. In provocatoria contrapposizione al cromatismo vivace del codice ludico, il designer ha optato per la scelta radicale del bianco e nero, nel loro gioco degli opposti, nelle loro molteplici variazioni e infinite combinazioni.

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