‘Lampade marine’: la mostra di Falchi sulla scia delle meduse dannunziane

Oggi, martedì 11 luglio, alle ore 19, nei locali di Studio Deposito a Cagliari, sarà inaugurata la mostra personale di Roberto Falchi “Lampade marine”, a cura di Roberta Vanali e Anna Oggiano, costituita da oltre 200 opere di piccole e medie dimensioni realizzate con tecniche calcografiche e acquerello. La mostra, che si concluderà il 30 luglio, prende spunto dalla poesia omonima di Gabriele D’Annunzio. La mostra sarà visitabile dal giovedì al sabato dalle 19 alle 21 e negli altri giorni su appuntamento.

Trasparenti come il cristallo, luccicanti come gioielli. Tanto fragili quanto resistenti, tanto affascinanti quanto pericolose, hanno la capacità di muoversi lasciandosi trasportare dalla corrente. Iridescenti ed evanescenti, le meduse sono creature antichissime che hanno ispirato letteratura, cinema e mitologia. L’eleganza, i movimenti lenti e sinuosi, il fluttuare dei filamenti luminescenti e sorprendenti, ma soprattutto la capacità di alcune specie di ricominciare un nuovo ciclo vitale andando a ritroso, ne fanno una delle creature più enigmatiche a tal punto d’aver ispirato il nome di una misteriosa formazione geologica su Marte: le Medusae Fossae. Forse è anche per tutti questi motivi che Roberto Falchi le prende in esame come pretesto per sviluppare l’ultima sua fatica artistica – in continuità con l’intervento precedente Radici – fondata sulle tecniche calcografiche.

Lo spunto di partenza arriva dalla poesia di Gabriele D’Annunzio Lampade Marine per dare luogo all’intervento site specific costituito da oltre duecento pezzi di piccole e medie dimensioni che, come tentacoli, aggrediscono le pareti dello spazio. In una fusione ideale tra figurazione e astrazione, tra valore cromatico e valore gestuale l’artista concepisce una nuova serie congeniale ad esplorare mondi sommersi. “Sono dell’idea che l’artista si deve nutrire di equilibrio attraverso la lettura, un artista solitario è capace di scavare nell’interiorità umana e nel mistero dell’ignoto.”

Gli strumenti utilizzati da Roberto Falchi sono artigianali. Materiali poveri come chiodi e spazzole d’acciaio sono adeguati a restituire intricati filamenti che s’intersecano, si sovrappongono e scandiscono le superfici con una grande capacità tecnica nonché cromatica. Mentre i piccoli acquerelli consentono di far emergere le forme ottenute con la stesura del colore per velature. Miniature che, poste in sequenza a ricoprire grandi superfici, rimandano ad una successione ritmica della rappresentazione. L’artista ordisce cromatismi sensibili a mutevoli trasparenze mettendo in luce inattese zone di dissolvenza. Pause necessarie a dare luogo ad improvvise deflagrazioni del colore che emulano la natura di queste antichissime creature marine. Lampade marine che illuminano gli abissi come l’arte illumina la nostra anima.

 

 

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