“Il sogno di Gramsci” raccontato da Gad Lerner e Silvia Truzzi arriva in Sardegna

E’ un inedito ritratto del grande intellettuale e scrittore sardo quello che affiora da “Il sogno di Gramsci. I temi liceali di un giovane ribelle”.

Sbarca in Sardegna sotto le insegne del Cedac lo spettacolo scritto e interpretato da Gad Lerner e Silvia Truzzi. Sarà in scena il 9 novembre alle 20.30 al Teatro Massimo di Cagliari per la rassegna Pezzi Unici e il 10 alle 21 al teatro Comunale di San Gavino Monreale per la Stagione de La Grande Prosa.

“Il sogno di Gramsci” nasce dal ritrovamento di alcuni scritti, in cui affiorano temi e idee cruciali e ricorrenti nelle sue opere filosofiche: “quei testi testimoniano l’impegno giovanile e la straordinaria precocità di un ragazzo povero, arrivato a Cagliari da una delle zone più periferiche della Sardegna, che sarebbe poi diventato un protagonista della vita culturale e politica italiana – spiega Gad Lerner – è stato emozionante trovare quei temi, con quella grafia inconfondibile, che ci fanno intravedere la vita del Gramsci giovane: la formazione di questo intellettuale ribelle è davvero appassionante”.

Per Silvia Truzzi, il nome di Antonio Gramsci è parte di una topografia della memoria: “sono nata e cresciuta a Mantova in piazzale Gramsci, ho sempre saputo chi era, con la curiosità dei bambini, ma in casa avevamo tutte le sue opere, ho letto le lettere e le collaborazioni giornalistiche su L’Avanti. Il pensiero di Gramsci è di un’attualità incredibile: c’è un tema stupendo su Leopardi, con cui condivide il pessimismo della ragione e inventa anche una parola, ‘americanarsi’, ai primi del Novecento scrive ‘la vecchia Europa si sta americanando’. Mi hanno colpito molto le sue riflessioni sul femminismo, e la sua attenzione al mondo femminile: per lui ‘le donne sono sfruttate due volte dal capitalismo'”. Il 9 novembre alle 17,30 Lerner incontra il pubblico a La Fabbrica Illuminata di Cagliari.

“Ci ha colpiti lo sguardo sul mondo, quando scrive ‘Odio gli indifferenti’ ha ben presente la grande macelleria della prima guerra mondiale – aggiunge il giornalista – sicuramente c’era in lui il presagio che il fallimento di un grande tentativo democratico, avrebbe risvegliato le forze reazionarie, e la lucida consapevolezza della barbarie incombente”. (Ansa)

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